XVII centenario del martirio di Sant’Emiliano di Trevi

Delegazione di sacerdoti di Spoleto con il Vescovo in pellegrinaggio in Armenia

Una folta delegazione di sacerdoti di Spoleto-Norcia, guidata dall’arcivescovo Riccardo Fontana, è andata in pellegrinaggio in Armenia, per ricordare, nella sua terra d’origine, Sant’Emiliano, primo vescovo della Chiesa trevana. Il martire armeno aveva suggellato col sangue l’evangelizzazione della citta’ di Trevi, una delle sette antiche sedi episcopali, da cui nacque l’arcidiocesi di Spoleto. Accompagnati dal nunzio apostolico mons. Claudio Gugerotti, i sacerdoti e l’arcivescovo hanno partecipato, domenica 17 novembre, alla grande liturgia della cattedrale di Etchmiadzin, storica sede del Katholikos di Armenia, sua santità Karakin II, ricordando il martire che portò la fede in Umbria. Al termine della celebrazione eucaristica, l’arcivescovo Fontana ha consegnato l’olio dell’ulivo di sant’Emiliano, che confluirà nel sacro crisma, destinato a tutte le Chiese armene apostoliche del mondo. Il Priore di Montefalco, col clero latino presente, intonava, intanto, l’antico inno della liturgia romana alla benedizione degli olii santi. L’Arcivescovo, nel discorso, ha espresso la riconoscenza della Chiesa spoletana per il dono del martire e il voto che si possa presto ritrovare la perfetta unità tra la Chiesa armena apostolica e la Chiesa cattolica. Con successivi interventi alcuni vescovi presenti hanno manifestato commozione e gioia per la visita della delegazione italiana e hanno sottolineato l’alta valenza ecumenica che, per la Chiesa armena, ha avuto il pellegrinaggio del clero spoletano-nursino. Nell’antica e splendida cattedrale del V secolo, gremita di popolo e di sacri ministri, è risuonato ancora il nome di sant’Emiliano, tanto caro al popolo trevano e alta espressione della nazione armena. Al termine della liturgia la delegazione umbra è stata invitata a visitare la residenza patriarcale, detta dal popolo il Vaticano d’Armenia, dove sono raccolti molti cimeli della recente persecuzione e gli oggetti dell’antico culto del rito armeno. I sacerdoti di Spoleto-Norcia in pellegrinaggio nel Centenario del Martirio del primo vescovo di Trevi, hanno fatto con l’occasione gli Esercizi spirituali annuali, con soddisfazione di tutti. Erano presenti presbiteri di tutte e nove le foranie dell’arcidiocesi. Alle pendici del monte Ararat, celebre per la memoria biblica dell’Arca di Noe’, i pellegrini umbri hanno incontrato alcune comunita’ cattoliche armene con il loro Vescovo, che li hanno ospitati nella casa di ritiro di Santa Maria d’Armenia. E’ stato molto significativo riscoprire la presenza della Chiesa, che dopo il degrado ideologico del popolo, sta rievangelizzando i lontani e dando un grande esempio, con la carità operosa, che viene svolta dai disceopoli di Cristo, superando nel servizio dei poveri, le divisioni storiche delle scuole teologiche del passato. Tra i ricordi del pellegrinaggio resterà viva la presenza esemplare di un piccolo gruppo di sacerdoti e di suore che si è fatto missionario in Patria, per riportare alla fede tutto il popolo. L’inquinamento nucleare e la disastrosa situazione economica hanno prostrato l’Armenia, che in questi mesi è anche a grave rischio di guerra per le note condizioni dei popoli vicini. Sant’Emiliano, tornando simbolicamente in patria attraverso il suo olivo in segno di pace, e’ stato raffigurato alla colomba uscita dall’arca di Noè: la preghiera comune dei cristiani invoca pace su questa antica terra, che fu luogo di paradiso, a ridosso delle sorgenti dei due grandi fiumi, da cui è scaturita la più antica civilta’ del mondo. Agostino RossiSaluto di mons. Fontana alla Chiesa armenaEminenza, venerati fratelli, La Chiesa che è in Spoleto e Norcia in Italia venera tra i suoi evangelizzatori il martire sant’Emiliano, nostro primo vescovo in Trevi.Nel XVII centenario del dies natalis del giovane testimone di Cristo, giunto a noi dall’Armenia, una delegazione del clero, assieme a me, successore nella sede episcopale del Martire, si è fatta pellegrina per visitare la Chiesa che ci fu madre nella fede. Desideriamo deporre presso l’altare l’omaggio filiale e devoto della preghiera, venerando i luoghi santissimi dove il nostro glorioso martire ricevette la luce della fede. L’antica Passio sancti martyris Aemiliani armeni racconta che il giovane atleta di Cristo, dopo aver sopportato eroicamente atroci tormenti inflitti dagli infedeli, fu decapitato presso un tenero olivo, che prodigiosamente si riempì di frutti. Dopo 17 secoli quello stesso olivo ancora vive e, anche quest’anno, ha donato in abbondanza il suo olio. La Chiesa di Spoleto e di Norcia, pellegrina in Armenia alle pendici del monte Ararat, vuole donare l’olio di Sant’Emiliano ai fratelli armeni, nella certezza che la stessa fede del martire è la fede della Chiesa, rimasta immutata nei secoli, e che, ancor oggi, ci accomuna.E’ nostro desiderio esprimere a Dio l’auspicio che il ramoscello d’ulivo nel becco della colomba di Noè (cfr Gen 8,11) torni a portare pace a questi fratelli, ai quali amiamo rivolgere lo sguardo deferente e ammirato, come a parte significativa delle nostre radici cristiane.Il profumo di Cristo, misticamente significato nel santo olio sia il segno della benedizione che invochiamo di cuore su questa Chiesa, che anche per noi è madre e fonte dell’Evangelo. Nella tradizione l’olio è segno di letizia e di luce. Ci piace invocare la potente intercessione di Sant’Emiliano, perchè la nazione armena, da cui egli ricevette l’illuminazione della fede, prima tra tutti i popoli della terra ad aderire a Cristo, possa continuare ad essere segno levato tra le nazioni (cfr Is 62,10) e possa ritrovare la letizia, nella concordia e nella prosperità per la promozione di tutti i suoi figli.Sarebbe desiderio nostro e di tutta la nostra gente che questo olio potesse confluire, in segno di mistica comunione, nella preparazione del sacro Crisma della Chiesa armena e, per questo, per vostro tramite, io lo consegno nelle mani di sua santità il Katholikos Karikin II, cui va il mio deferente e rispettosissimo saluto.

AUTORE: ' Riccardo Fontana