“Sentinelle quel che resta della notte?” Questo l’appuntamento dei giovani in marcia per le vie della città con cui è iniziata la Settimana santa nella diocesi, organizzato dalla commissione pastorale giovanile. Molti ragazzi e adulti si sono radunati portando cartelli colorati e bandiere della pace, rami d’ulivo quasi a simboleggiare e ricordare l’entrata a Gerusalemme e in ogni città del mondo – ha sottolineato il Vescovo. – E sono quei cartelli che indicano i mali del mondo, i drammi che come macigni schiacciano milioni di bambini di donne e di anziani e che non devono lasciare indifferenti ma interrogarci tutti. Un cammino discreto e significativo, guidato dal sindaco di Terni e dal vescovo, lungo corso Tacito, tra centinaia di persone a passeggio nell’ora di punta, che ha suscitato interesse per il segno e la testimonianza portata. Segno di una Pasqua di apertura al mondo e alla riconciliazione con gli altri simboleggiato dalla testimonianza visiva dei grandi cartelli raffiguranti cinque martiri del ‘900 e ricordata nelle loro parole e in quelle, dal vivo, di un giovane afgano e di un giovane congolese. Segni e parole della consapevolezza di un impegno a non rassegnarsi al realismo dell’impotenza e dell’indifferenza. In tanti per condividere lo sforzo di uscire dalla quotidianità delle abitudini e della vita di ogni giorno perché nel mondo non prevalga il male. “E voi giovani siete le sentinelle – ha detto il Vescovo – che debbono vigilare perché nel mondo non prevalga la guerra perché accanto a chi soffre c’è sempre chi continua a dare la vita per il bene, perché Gesù insegna che l’unico modo per dare la vita agli altri è offrire la propria come hanno fatto King, Pugliesi, Kolbe, Bonhoeffer, Romero in paesi di missione o in quelli della mafia o dei regimi dittatoriali”. Loro hanno dimostrato che solo con l’amore si costruisce la pace affidata in ogni tempo a tutti gli uomini che devono custodirla e saper conservare e amare, donando la vita senza cercare solo il proprio benessere, felicità e soddisfazione. C’è bisogno di un amore che sappia superare la divisione e la morte per far fiorire dalle croci di questo mondo una nuova amicizia. Nella Pasqua di riconciliazione e di amore che vive nei momenti forti di fede e riflessione personale, saper vedere ed accogliere nell’altro il bisognoso, l’anziano, il solo, il malato, il carcerato, il povero è saper accogliere in loro un amico che, insieme a tanti, potrà rompere anche la croce più dura: quella dell’indifferenza. La Pasqua in fabbrica, per le strade e nelle varie celebrazioni è quella che impegna la diocesi a guardare avanti e a trovare nei giovani le sentinelle che all’alba del nuovo giorno possano annunciare il Vangelo della resurrezione e della salvezza.
“Voi giovani siete le sentinelle della pace nel mondo”
I giovani della diocesi in marcia per le vie della città insieme al Vescovo
AUTORE:
Elisabetta Lomoro