Si può dire che c’era il mondo intero che lo stava a sentire, tutto il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, ambasciatori ufficialmente delegati a rappresentare governi e popoli. L’occasione era tradizionale e formale: gli auguri di inizio anno. Ma Giovanni Paolo II non ha perso l’occasione per continuare e approfondire il messaggio della Giornata della pace ed ha fatto un discorso tirato sul filo di quattro parole che sono sempre quelle e che appaiono nuove perché sullo scenario del disastro dello tsunami risaltano con tragica attualità: vita, pane, pace, libertà. Quattro parole gettate come una sfida in faccia al mondo per ammonirlo a eliminare da questo nostro ‘pianeta insanguinato’ le quattro parole contrarie: morte, fame, guerra e schiavitù. ‘E la Chiesa cattolica- aggiunge il Papa – per sua natura universale è sempre direttamente coinvolta e partecipe alle grandi cause per le quali l’uomo di oggi soffre e spera’.