Padre Giuseppe Piemontese, neo vescovo di Terni Narni Amelia, ha voluto iniziare il suo ministero episcopale incontrando i malati e i sofferenti, visitando, ieri lunedì 23, i vari reparti di degenza dell’ospedale “Santa Maria” di Terni, salutando i malati, familiari e operatori sanitari ad uno ad uno, rivolgendo loro parole di vicinanza e speranza e benedicendo i bambini. Nella visita è stato accompagnato da direttore sanitario dott. Leonardo Bartolucci, dal direttore responsabile del Presidio Ospedaliero dott. Sandro Vendetti, dal coordinatore Personale Dipartimento Maternità/infanzia dott.ssa Maria Antonietta Bianco, dal primario del Reparto Geriatria dott.ssa Maria Grazia Proietti, che hanno illustrato al vescovo le varie strutture e l’organizzazione del presidio ospedaliero di Terni.
È seguita la celebrazione della messa nella solennità del Corpus Domini nella cappella dell’ospedale, presieduta dal Vescovo Piemontese e concelebrata dai cappellani padre Ceslao e padre Mario dell’ordine dei fari minori cappuccini e dal moderatore della Curia don Franco Fontana, alla presenza dei volontari dell’Unitalsi che hanno accompagnato i malati, del personale infermieristico e medico, dei malati e familiari e delle missionarie Identes che svolgono attività di volontario per i ricoverati in ospedale.
A loro il vescovo ha rivolto parole di saluto e ringraziamento per l’accoglienza e partecipazione, ricordando che: “In questo luogo è particolarmente presente Gesù, il vero buon samaritano, che abbraccia ognuno come ha abbracciato e curato nell’anima e nel corpo, tanti malati quando era in terra, e una schiera infinita di uomini e donne che nella storia a Lui si sono rivolti. Nella festa di oggi adoriamo Gesù come Eucarestia, lo incontriamo vivo e vero, in corpo sangue, anima e divinità. A lui possiamo rivolgere con fede il nostro grido interiore:”Signore, se vuoi puoi guarirmi!” Rinnoviamo la nostra fede, offriamo la nostra collaborazione e accostiamoci a Lui, che ha preso su di sé i nostri dolori e ha voluto essere pane di vita, farmaco che guarisce tutte le malattie dell’anima e del corpo e dona la vita per sempre. Ricordiamo che servire un fratello, specie se piccolo, malato, significa servire Cristo”.
Facendo quindi riferimento alla malattia e alla sofferenza di chi è ricoverato in ospedale ha ricordato quale sia il ruolo e l’impegno di coloro che vivono accanto ai malati: “Di fronte alla sofferenza, anzi a persone sofferenti, possiamo fare tanto: prestare le cure del caso, cercare nuovi farmaci e nuove cure, alleviare il disagio e a volte l’umiliazione di chi ha bisogno di tutto e si affida agli altri. E’ la Mission della vostra struttura, assunta da tutti gli operatori che prestano il loro servizio, in qualunque modo, in questo luogo.
Ma di fronte a persone sofferenti oltre che nel corpo anche nell’animo, i farmaci non bastano. Occorre l’attenzione e la cura dettate dall’amore. L’amore per i propri simili, uomini, donne, bambini che vengono guariti dal combinato di farmaci e tanto rispetto, attenzioni e affetto. Vi sono inoltre, persone inferme, che sperimentano sulla propria persona l’insulto e la prova di una malattia e di un decadimento che non hanno prospettive di ripresa. E’ un mondo che più degli altri pone interrogativi umanamente senza risposta, ma che tuttavia necessitano di attenzione medica, umana e spirituale, di speranza. Di fronte a tutta questa umanità sofferente, in questo luogo tanti buoni samaritani si chinano per curare col balsamo del lenimento e della misericordia”.
“Certamente tra di voi alcuni non ispirano la loro vita ai principi della fede cristiana – ha concluso il vescovo -. Ebbene i loro gesti di attenzione sincera e coscienziosa verso ogni uomo e donna sofferente sono ammirevoli, e anche se non ne sono consapevoli, al momento del rendiconto finale, essi saranno riconosciuti meritevoli di encomio e saranno ricompensati alla stessa stregua di chi ha agito per fede. Fratelli e amici, grazie per quello che fate, abbiate traguardi sempre più ambiziosi al servizio dell’uomo per ridare gioia, serenità e salute a uomini e donne, che sono fratelli e sorelle in umanità e in Gesù Cristo. Poniamo sull’altare le sofferenze e l’impegno di tutti perché Gesù ci santifichi e ravvivi la speranza, racchiusa nel cuore di ciascuno”.
Dopo la celebrazione è proseguita la visita nei reparti tra cui pediatria e maternità dove il vescovo si è intrattenuto con i bambini e le neomamme.