Villa Nazarena si trova al centro di Pozzuolo, frazione di Castiglione del Lago… che può essere considerata il “Far West” della diocesi: dove finisce la parrocchia, inizia la Toscana. La proprietaria del palazzo, contornato da uno splendido parco di circa due ettari, era Vittoria Mancini, nobildonna cortonese sposata con un ex generale dei carabinieri, che a Pozzuolo aveva una proprietà terriera di 200 ettari. Però, quando concluse la sua esistenza, non possedeva più nulla: una sua cameriera, l’Annita, oltre ad assisterla, pagava l’affitto. Alla morte della signora Mancini il nuovo proprietario mise in vendita la villa, che fu acquistata dalle suore della Sacra Famiglia di Spoleto. Le religiose erano presenti a Pozzuolo già dal 1930, quando la signora Anna Cartoni provvide alla costruzione dell’asilo infantile.
L’asilo fu donato alla parrocchia, e il parroco, don Altomiro Marchettoni, amico di don Pietro Bonilli, si premurò di affidarlo alle suore di cui aveva conoscenza e stima. Erano gli anni del dopoguerra, il 1956, e le suore – che avevano accolto molte orfanelle – vennero sistemate in questa villa. Quando il flusso delle orfanelle ebbe fine, le religiose pensarono di trasferire nel palazzo le “aspirantine”, le ragazze che presentavano segni di vocazione religiosa. Dopo qualche anno, per adeguare la loro attività alle nuove esigenze, trasferirono in questa sede un gruppo di ragazze che avevano gravi problemi fisici, e da allora la Villa, chiamata Nazarena, ha offerto ospitalità a persone portatrici di handicap. L’accoglienza della popolazione verso questo istituto non fu certo esaltante: a poca distanza, un paio di chilometri verso Gioiella, era stata adibita a casa di riabilitazione una bella villa, e faceva un certo effetto vedere in una strada di accesso al paese comitive di invalidi civili, persone piuttosto malconce, e nel centro del paese, nelle loro rare uscite, queste ragazze assistite dalle suore, e che certamente non davano fastidio a nessuno.
Con il passare del tempo queste difficoltà si sono attenuate. Gli invalidi civili hanno chiuso il loro istituto e si sono trasferiti, e a Villa Nazarena furono ospitate ragazze che potevano essere scolarizzate. Da quel momento il rapporto Villa-paese è migliorato. Le pubbliche autorità hanno più volte manifestato la loro simpatia per le suore e per la loro attività, giungendo a mettere a loro disposizione la ex scuola elementare, che era stata in precedenza restaurata, per il periodo in cui hanno dovuto mettere a norma i locali della villa. È in questo periodo che cominciano a farsi vivi i volontari, che a turno vengono per assistere queste persone: per dare da mangiare, per giocare o semplicemente per fare compagnia. Alcuni sono di Pozzuolo, la più parte vengono dai paesi vicini. C’è chi viene a rallegrare con la musica i pomeriggi, chi si rende disponibile al trasporto di cose e persone, insomma sono circa una trentina di persone che collaborano armoniosamente con le suore e con le ospiti per rendere più fraterna e serena la loro presenza alla villa. Anche il nostro Cardinale e il vescovo Paolo sono tra i frequentatori, così come il capo dei volontari, Maurizio Santantoni, che viene anche per colloquiare con i volontari in modo da rendere più proficua la loro presenza.
Ogni anno nel mese di maggio viene celebrata la Festa della fraternità: quest’anno la data è domenica 15. Al solito, oltre ai ragazzi di Sanfatucchio vengono gli amici dell’Agilla Trasimeno, della banda Puccini di Pozzuolo, della schola cantorum, e i ragazzi dell’oratorio, alcuni dei quali riescono a trascinare con sé anche i familiari. Una delle ultime visite di volontari è stata quella del Coro delle mamme, gruppo di mamme di Castiglione del Lago, guidate dalla maestra Loretta Torelli, che hanno rallegrato un pomeriggio delle ospiti di Villa Nazarena, e visto il successo che hanno riscosso, torneranno di nuovo per donare ancora una sera di gioia alle ospiti. In questo Anno della Misericordia, ricordando la parola di Gesù “ero infermo e mi avete visitato”, quanti vogliono fare un’opera di misericordia vengano tranquillamente, perché qui è possibile fare del bene. L’invito è per tutti, e senza limiti di tempo.