Catiuscia Marini si può ricandidare, ma diversi assessori della Giunta in carica dovranno uscire di scena. L’attuale presidente della Giunta regionale ha avuto il via libera per il secondo mandato dall’assemblea regionale del Pd, ma contemporaneamente il segretario Giacomo Leonelli ha fatto approvare un ordine del giorno che prevede un rinnovamento dei candidati fissando una percentuale alta: il 70%. “Se mi fossi limitato – dice – a proporre la conferma della Marini e a rinnovare le liste aggiungendo per queste (come mi veniva chiesto da alcuni) degli aggettivi e degli avverbi che lasciavano aperte varie strade sulla scelta delle candidature, avremmo chiuso l’assemblea prima”.
Ma ci sono state tensioni interne, soprattutto con il sottosegretario Gianpiero Bocci e il capogruppo in Regione, Renato Locchi, che hanno ricordato l’importanza di fissare non paletti numerici ma criteri di “opportunità, compatibilità e rappresentanza”.
Leonelli ha ribattuto spiegando che “io non dico che il passato è il male, ma confermo che una fase storica si è chiusa: ora i cittadini non votano il meno peggio, come quando chiedevamo di votarci perché dall’altra parte c’era la destra di Berlusconi. L’esito delle amministrative a Perugia in questo è stato molto indicativo, e non si può non tenerne conto: ora la gente vota per le proposte che ritiene possano essere risolutive per i suoi problemi”.
Ricandidare la Marini e sostenere che la sua squadra dovrebbe essere ‘rottamata’ può essere anche pericoloso perché può apparire una contraddizione per l’elettore. Leonelli si dice anche pronto per una sua eventuale candidatura in Regione, “se questa verrà ritenuta utile al Pd, che dovrà fare una campagna elettorale d’attacco”.
È un fatto che con questa percentuale di rinnovamento al 70% andrà valutata la questione delle deroghe. E per chi varrà? Solo per l’attuale presidente del Consiglio regionale, Eros Brega? Intanto restano aperte alcune questioni come la legge elettorale, anche se il gruppo Pd a palazzo Cesaroni avrebbe optato per il collegio unico. Nonostante il via libera per la Marini resta, anche se ormai in linea teorica, qualche tifoso delle primarie.
Ma i numeri, anche qui, dovrebbero bloccare i sogni. È stato bocciato nel corso dell’assemblea regionale del Pd l’ordine del giorno proposto dal Comitato per le primarie di Nicola Preiti e Francesco Caruso, che chiedevano di abbassare il numero delle firme necessarie per la candidatura (30% dell’assemblea o 15% degli iscritti) e di dare il via alle primarie a prescindere dal candidato. Il vice segretario nazionale del partito, Lorenzo Guerini, ha bocciato la proposta: “Non si può cambiare il nostro Statuto alla bisogna”.