Verso il partito ‘nuovo’ tra speranze e timori, favorevoli e contrari

Animato confronto tra i politici di centro-sinistra sulle prospettive del Partito demoratico. Posizioni variegate e trasversali

L’Umbria della politica è in movimento. La nascita annunciata del Partito democratico, frutto di un processo che dovrebbe portare alla confluenza di Margherita e Ds in questo soggetto politico ‘nuovo’ ma che tanti già immaginano ‘plurale’, cioè capace di contenere più anime, sta animando il confronto ma anche lo scontro a livello regionale. Il primo passo è stato il convegno a Corciano dove alcuni esponenti Ds e Margherita si sono già schierati apertamente a favore. Altri hanno partecipato, diversi non sono stati invitati oppure non ne vogliono sapere. Nei diversi schieramenti ci sono posizioni variegate. La presidente della Giunta regionale, Maria Rita Lorenzetti, è stata esplicita: ‘Scelgo il Partito democratico perchè voglio qualcosa di più dal mio partito, più di un programma di governo’. Il sindaco di Perugia, Renato Locchi, mostra cautela: ‘Il Partito democratico – ha affermato – è un punto di approdo importante’, apre al tema dello svecchiamento della classe dirigente, già sollecitato dal segretario Ds, Fabrizio Bracco, ma ricorda che ‘il rinnovamento deve avvenire in un ambito di consenso che cresce’. In sostanza, Ds e Margherita insieme attrarranno ancora più voti oppure li perderanno per strada? Il coordinatore regionale della Margherita, Gianpiero Bocci, assicura che ‘il Partito democratico sarà un partito nuovo, moderno, marcato e plurale che ha una grande responsabilità: guidare il cambiamento e riformare. In questo contesto le Regioni e gli enti locali dovranno fare la loro parte’. Bracco pensa già al futuro. ‘Sarebbe auspicabile fare una lista unica, con il segno dell’Ulivo, nelle prossime amministrative – afferma – che dovranno anche in Umbria essere anticipate dalle primarie per selezionare i candidati. A livello regionale dobbiamo riprendere in mano la prospettiva dei gruppi unici, a partire dalla Regione’. Tutto in discesa? No, il Partito democratico dovrà superare tanti ostacoli per unire ‘ come si sostiene – invece che per dividere, come già sta avvenendo, all’interno dei Ds e della Margherita (in particolare Giulio Cozzari, contrario, vedi intervista sopra, ndr). La sinistra Ds fa muro, con l’ex presidente della giunta regionale, Claudio Carnieri, e il senatore Paolo Brutti. Nella contrarietà al nascente Pd si aggiunge la fibrillazione per il congresso Ds, che dovrebbe sancire questo passaggio. Gianfranco Maddoli, già sindaco di Perugia, è favorevole al Pd ma lancia stoccate di un certo tipo: ‘Non c’è più l’Umbria rossa’. Non sarà facile mettere insieme tante differenze superando tante diffidenze legate alla formazione di una nuova classe dirigenziale per gestire il potere. Non è solo il Partito democratico a muovere il dibattito politico. La Federazione dei democristiani dell’Umbria (frutto della coalizione tra Popolari-Udeur e l’Italia di mezzo, il movimento di Marco Follini) ha promosso un incontro a Santa Maria degli Angeli, denominato ‘Primo cantiere programmatico regionale aperto’. Vi hanno partecipato diversi militanti che si potevano richiamare alla vecchia Dc. Ha introdotto i lavori l’on. Gino Capotosti, parlamentare dei Popolari-Udeur alla Camera dei deputati e commissario regionale del partito. L’impegno delle due forze centriste va nella direzione di un nuovo progetto politico, un ‘cantiere aperto’ che vuole recuperare uno spazio politico ‘popolare’ in modo da scardinare l’attuale sistema bipolare e restituire agli umbri un’identità centrista. Il primo appuntamento che li vedrà impegnati con rinnovato vigore sarà quello delle prossime elezioni amministrative.

AUTORE: Emilio Querini