di Piergiorgio Lignani
La lunga gestazione del governo Conte ci ha regalato una serie di colpi di scena, e noi giornalisti ne abbiamo pagato le spese perché i nostri commenti erano regolarmente smentiti dai fatti accaduti mentre il giornale era in tipografia. In compenso, nei primi giorni dopo l’entrata in carica tutto si sta svolgendo secondo copione. Prima previsione avverata: il presidente Conte, persona stimabile e anche gradevole, si sta confermando privo anche di un briciolo di autorevolezza politica e di capacità d’iniziativa, visto che il suo compito è quello di seguire il famoso “contratto”, tanto stringente quanto contraddittorio, senza metterci niente di suo. In effetti ha dimostrato un’abilità prodigiosa nello scansare ogni rischio di prendere una posizione netta su una qualsiasi cosa, e lo si è visto soprattutto al G7 in Canada: un incontro drammatico per le ripetute spaccature (i presenti contro gli assenti, cioè Russia e Cina; poi Trump contro tutti) e lui sempre bravo a dirsi amico di questo “ma anche” di quello.
Seconda previsione avverata: anche il Governo nel suo insieme è privo di ogni autorevolezza, contano solo i due partiti o meglio i loro due leader: si è fatto un braccio di ferro con l’Europa, ma non hanno detto nulla né il ministro degli Esteri né quello degli Affari europei.
Terza previsione avverata: fra i due capi, quello che conta veramente è uno solo, Salvini, che ha parlato e agito come se fosse il vero capo del Governo, imponendo a tutti la sua visione delle cose, e quelli che sono i suoi obiettivi politici a breve, media e lunga scadenza. Può farlo perché fra lui e Di Maio – per non parlare di Conte – lui è il solo che sa quello che davvero vuole, e sa come ottenerlo, a dispetto di tutti.
Sa che più grosse le spara e più eccita il suo elettorato; e non ha paura di mettere in imbarazzo i cinquestelle, perché sa (e sa che loro sanno) che, se il Governo salta, si andrà a nuove elezioni e avrà tutto da guadagnarci, mentre i suoi occasionali alleati avranno tutto da perderci. Quello che ho esposto sin qui non è un giudizio etico o politico, è una fredda analisi dei fatti.
Vedremo le prossime puntate.