Come è noto, il Messaggio di Benedetto XVI per la 45a Giornata mondiale della pace, che abbiamo celebrato il primo giorno di quest’anno, ha come tema: “Educare i giovani alla giustizia e alla pace”.
Prima di affrontare specificamente questo argomento, il Papa premette alcune profonde considerazioni sui concetti di verità e libertà, che sono alla base stessa della giustizia e della pace. Proprio sui concetti di verità e libertà vorrei soffermarmi, ritenendoli di particolare importanza in ordine alla loro funzione formativa, anche se essi non sono di facile accoglienza nel contesto della mentalità relativista del nostro tempo.
Nel magistero di Benedetto XVI la verità è un tema ricorrente non solo nella trattazione di argomenti propriamente religiosi, ma anche su importanti questioni e problematiche di rilievo scientifico, storico, economico e sociale. A tale riguardo ricordo l’enciclica sociale Caritas in veritate in cui la verità sulla persona umana è considerata il termine di riferimento fondamentale di ogni attività economica e sociale, che tende allo sviluppo e al bene comune del singolo e dell’intera società.
La verità sull’uomo. La formazione del giovane al vivere sociale non può prescindere dalla conoscenza e dall’approfondimento, ai fini educativi, della verità sull’uomo, cioè dal significato e dal valore della persona umana nella sua integralità, “inclusa la dimensione morale e spirituale dell’essere, in vista del suo fine ultimo e del bene comune della società di cui è membro”. Il Papa annota che è necessario porsi la domanda: “Chi è l’uomo?”.
La risposta cristiana che contiene la verità sull’uomo viene dal Papa così formulata: l’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, è un essere che porta nel suo cuore una sete di infinito, insieme alla sete di verità sul senso della sua vita e della sua esistenza. Da qui discende che la vita di ciascuno è dono inestimabile di Dio. Ogni vita umana ha una sua profonda dignità e merita sempre grande rispetto.
Questa verità sull’uomo fa comprendere la inviolabilità della vita umana e indica che proprio nella natura stessa dell’uomo, immagine del Creatore, risiede la fonte originaria dei diritti di ogni persona.
Sulla base di questa elevata visione dell’uomo, Benedetto XVI può scrivere nella citata enciclica Caritas in veritate: “L’autentico sviluppo dell’uomo riguarda unitariamente la totalità della persona in ogni sua dimensione”, e aggiunge nel Messaggio della pace: “inclusa quella trascendente, e che non si può sacrificare la persona per raggiungere un bene particolare, sia esso economico o sociale, individuale o collettivo”.
Educare alla libertà. I giovani sono particolarmente sensibili al valore della libertà. Già fin da quando cominciano a crescere nella famiglia e a muovere i passi nella società, sentono il bisogno di affermare una loro certa autonomia e libertà. Essi hanno bisogno di essere educati al significato autentico della propria libertà. Oggi, quest’aspetto dell’educazione è particolarmente necessario perché viviamo in una società dove va prevalendo una mentalità relativista che non riconosce nulla come definitivo e “lascia come ultima misura (dell’agire umano) solo il proprio io con le sue voglie”.
La libertà che, come scrive il Papa, è un valore prezioso e delicato, diviene un rischio se essa è intesa come diritto a fare quello che si vuole, senza vincoli di nessun tipo, senza tener conto della necessaria relazione con gli altri e soprattutto con Dio. In tal modo, l’uomo finisce per contraddire la verità del proprio essere e per perdere la sua libertà.
L’educazione alla libertà è possibile se si supera l’orizzonte del relativismo e dell’assolutismo dell’io. Si tratta, in ultima analisi, di partire dalla verità su se stessi per giungere alla verità circa il bene e il male. Una mente ben illuminata ed educata deve sentire la voce della coscienza che la incoraggia a fare il bene o ad evitare il male, e a scoprire che c’è una legge morale naturale che non siamo noi a darci, ma alla quale si deve obbedire. Questi importanti concetti sulla verità dell’uomo e sul retto uso della libertà, sui cui Benedetto XVI ha particolarmente insistito sul suo Messaggio, costituiscono la premessa indispensabile e fondamentale nella formazione dei giovani e nella promozione della giustizia e della pace.