In un solo week-end la sedicesima edizione della ‘Giornata Fai di primavera’ ha registrato in tutta Italia circa 500.000 visitatori, che hanno affollato 550 beni aperti eccezionalmente in 240 città. Una valida occasione offerta dalla Fondazione per l’ambiente italiano, per riscoprire luoghi spesso dimenticati, sconosciuti o normalmente chiusi per restauro. Nel comprensorio spoletino i beni aperti alle visite sono stati: il tempietto sul Clitunno, la basilica di San Salvatore, palazzo Mauri, palazzo Pianciani e l’ex oratorio San Pietro Martire nel complesso del convento dei Domenicani, attualmente sede dell’Istituto statale d’arte. Ne parliamo con la responsabile Fai di zona, la professoressa Lidia Antonini. Come nasce il Fai? ‘Il Fai è nato nel 1975 come organizzazione no profit, per volontà di Giulia Maria Mazzoni Crespi, attualmente presidente nazionale, con lo scopo di tutelare e conservare i beni di interesse storico, artistico e naturalistico. Attualmente il Fai può contare su oltre 75.000 aderenti ed ha ben 36 beni sotto la propria tutela’. Come è organizzata la struttura della fondazione? ‘L’organizzazione del Fai prevede un Consiglio di amministrazione nazionale, articolato in un ufficio di presidenza, un comitato esecutivo, una Direzione generale operativa, una Direzione generale culturale ed un collegio dei revisori dei conti. Vi sono poi le segreterie regionali, con un proprio presidente e le delegazioni locali, che possono articolarsi in gruppi cittadini. Il gruppo di Spoleto è attivo da alcuni anni, grazie all’impegno della signora Hancok (che ha lasciato il coordinamento da poco) e alla collaborazione degli Amici di Spoleto’.Come giudica la situazione monumentale del nostro territorio? ‘Il patrimonio storico artistico è di grandissimo valore. Ultimamente, grazie ai significativi finanziamenti straordinari, derivanti soprattutto dai fondi per la ricostruzione, è stato possibile restaurare tanti beni, ma c’è ancora tanta strada da fare. Speriamo che l’attività del Fai possa stimolare le Istituzioni pubbliche e i soggetti privati ad impegnarsi sempre più nell’opera di conservazione. Purtroppo viviamo in un momento in cui le risorse, sono scarse ed i beni culturali sono sempre i primi a soffrirne. Un esempio l’abbiamo dall’affresco dello Spagna nell’ex oratorio di San Pietro: sono mancate poche migliaia di euro per completare il restauro’. Ci sono state delle donazioni o acquisizioni ultimamente? ‘I beni gestiti o di proprietà del Fai sono concentrati soprattutto al nord. L’ultima acquisizione in Umbria, in ordine di tempo, è stata fatta ad Assisi e riguarda la Selva di San Francesco, un vasto e antichissimo terreno boschivo, adiacente alla basilica superiore, che comprende la chiesa duecentesca di Santa Croce ed un mulino del 1100. A Spoleto, attualmente, il Fai non ha nessun bene affidato, ma, come si dice, mai dire mai’.
Vasto patrimonio no-profit
'Giornata Fai di primavera': scopriamone il volto spoletino
AUTORE:
Clelia Loreti