Continuare con il vecchio corso o scegliere il nuovo ordinamento? Per gli oltre ventimila studenti universitari dell’Ateneo perugino non è certo un interrogativo di facile soluzione. Per non parlare delle difficoltà delle matricole, che in questi giorni devono scegliere un curricolo di studio fra i tanti, spesso simili, proposti dall’Università. La nuova disciplina in materia ha portato anche a Perugia un aumento dell’offerta formativa universitaria. Le undici facoltà dell’ateneo propongono quest’anno 64 nuovi corsi di laurea, che andranno gradualmente a sostituirsi ai 57 corsi ad esaurimento, attivi ancora per qualche anno, fino a quando ci saranno i vecchi iscritti. Le lauree di primo livello sono di durata triennale. Al termine del corso, basato su un complesso sistema di credito formativo, gli studenti potranno decidere se continuare il cammino universitario con altri due anni di studio, per conseguire una laurea specialistica e poter proseguire con un master. Ai nuovi corsi si aggiungono per ora 36 scuole di specializzazione per l’area medica e sei per le discipline non mediche. Gran parte delle facoltà non ha ancora attivato le lauree specialistiche, che partiranno dall’anno accademico 2002-2003. Gli studenti già iscritti al secondo anno di università e a quelli successivi possono scegliere se continuare con il corso tradizionale o passare ai corsi di studio attivati secondo i nuovi ordinamenti. In questo secondo caso, l’Università dovrà calcolare quali e quanti esami già sostenuti saranno riconosciuti secondo i parametri stabiliti per la conversione verso il nuovo sistema dei crediti. Il termine ultimo per questa scelta è fissato al 31 dicembre prossimo. Per i nuovi immatricolati, invece, i tempi sono molto più brevi. Se è vero che le iscrizioni si chiudono il 5 novembre, infatti, le decisioni dovranno essere prese nei prossimi giorni, visto che per molti corsi di laurea sono già state organizzate per il mese di ottobre alcune prove selettive. A parte le lauree a numero programmato o chiuso, per le altre si tratta solo di un test per consentire ai docenti di valutare gli studenti che si troveranno di fronte a lezione. Ora è ancora presto per analizzare qualche cifra riguardante le nuove iscrizioni. Ma sembra già confermata la tendenza alla crescita di corsi come Scienze della comunicazione, o la conferma delle lauree economiche e giuridiche. Nei nuovi corsi accademici sarà sempre la sede centrale di Perugia a fare la parte del leone. In aumento, però, anche la didattica decentrata, in particolare a Terni. Nel secondo capoluogo di provincia della regione saranno attivate le lauree di primo livello in Cooperazione internazionale per lo sviluppo e la pace, Mediazione linguistica applicata, Scienze e tecnologie della produzione artistica, Medicina e Chirurgia, Ingegneria dei materiali, Ingegneria gestionale, Economia e amministrazione delle imprese, Economia e amministrazione del settore non-profit. Ad Assisi ci sarà Economia e gestione dei servizi turistici (sia il corso tradizionale che quello a distanza sui canali satellitari Rai-Nettuno), a Orvieto la laurea in Ingegneria informatica e delle telecomunicazioni, a Foligno il corso in Coordinamento delle attività di protezione civile. Anche in Umbria, dunque, l’università cerca di adattarsi alla flessibilità del mondo del lavoro. Un compito non facile, visto che in gioco c’è il futuro delle nuove generazioni. Al momento, comunque, é ancora presto per dire se le novità della riforma universitaria saranno tutte di segno positivo.
Università: per gli studenti scelta non facile fra corsi vecchi e nuovi
Viaggio nell'Ateneo che cambia con le nuove lauree. Il numero dei corsi passa da 57 a 64
AUTORE:
Daniele Morini