Università di Terni: uno sguardo al futuro

Sarà presto operativa la nuova sede della facoltà di Medicina. Intanto la diocesi commissiona uno studio sulle Prospettive di ri-orientamento dell’università di Terni
La nuova sede della facoltà di Medicina di Terni

Alla ripresa dell’attività didattica del polo universitario ternano, per gli studenti di Medicina si aprono le porte delle aule e dei laboratori della nuova sede della facoltà, mentre entro il mese di ottobre sarà pronto anche il blocco centrale degli uffici e degli studi, che potranno così essere inaugurati ufficialmente in concomitanza con la cerimonia di premiazione dei laureati più meritevoli dello scorso anno accademico. Salvo nuovi imprevisti.

Una sede grande e funzionale che da oltre due anni attendeva il varo, rinviato per tutta una serie di vicissitudini economiche e burocratiche, non ultima la questione della riforma universitaria.

L’apertura della nuova sede di Medicina segna un passo in avanti per il consolidamento dell’università a Terni, il cui futuro resta ancora piuttosto nebuloso.

Molto si dibatte sulla realtà universitaria ternana ed anche un recente studio sulle Prospettive di ri-orientamento dell’università e dei poli di ricerca di Terni curata dal Sinloc (Sistema iniziative locali) e commissionata dalla diocesi offre interessanti spunti di riflessione e indicazioni, anche di carattere operativo, per individuare una logica e una visione per iniziative di alta formazione e ricerca a Terni. Ma, allo stesso tempo, la necessità di operare scelte di discontinuità e di rottura rispetto al passato.

Le nuove iniziative di ricerca e alta formazione potrebbero quindi essere sviluppate intervenendo sotto quattro differenti aspetti: ambiti di ricerca, didattica, governance e relazioni, e rapporti con il territorio. “La logica e l’approccio delle nuove aggregazioni volte alla ricerca – spiegano i ricercatori -, tra cui i Distretti tecnologici, si devono basare su una forte attitudine ed orientamento verso l’imprenditorialità e la spendibilità dei prodotti della ricerca verso l’applicazione industriale. Ciò significa per la realtà ternana verificare l’effettiva disponibilità, da parte dell’industria locale, ad una partecipazione attiva. La spinta del tessuto industriale deve avere per oggetto la localizzazione nell’area ternana delle unità dedicate alla ricerca applicata e finalizzata al trasferimento tecnologico per favorire un maggior coordinamento e condivisione delle specifiche progettualità di ricerca da sostenere”.

Due i principali ambiti o filoni di ricerca individuati e da sviluppare nell’area ternana: biotecnologie e scienze dei materiali, legati alla vocazione industriale del territorio dalla presenza del polo chimico a quello siderurgico che dovrebbero sviluppare maggiormente la loro potenzialità nell’innovazione, con la presenza di capitale umano di elevato profilo e sinergie con istituzioni pubbliche e private affini.

AUTORE: Elisabetta Lomoro