Un’enciclica ‘storica’ rivolta agli uomini di ‘buona volontà’

Ricordata la Pacem in terris con l'intervento di padre Alex Zanotelli

Per ricordare i quarant’anni della Pacem in Terris la diocesi eugubina ha scelto una strada particolarmente efficace: quella della testimonianza diretta, dell’impegno personale a trasferire nella quotidianità i valori della pace, della libertà, della giustizia. E’ questo il senso della iniziativa promossa ed organizzata presso il Centro servizi ‘Santo Spirito’ che ha registrato, oltre alla presenza del vescovo mons. Pietro Bottaccioli, una notevole partecipazione di pubblico. L’anniversario della enciclica promulgata l’11 aprile 1963 da Papa Giovanni XXIII, il ‘Papa Buono’, è stato infatti affidato ad una conversazione con Alex Zanotelli, missionario comboniano già direttore della rivista Pigrizia, fortemente impegnato sui problemi del rapporto tra paesi ricchi e paesi poveri, personalità che coniuga teoria e pratica, pensiero ed azione. Alle citazioni, alle sottolineature, ai richiami ed al commento letterale del testo, si è preferito un percorso forse più difficile, ma più immediato ed efficace: il confronto tra i contenuti, gli obiettivi e gli insegnamenti del grande documento giovanneo con la situazione drammatica che si vive in tante parti del mondo, in quelle stesse dove i valori richiamati dalla ‘Pacem in terris’ (libertà, equità, solidarietà, giustizia e dignità) vengono calpestati e dimenticati ogni giorno. La serata è stata introdotta da un saluto del sindaco di Gubbio Orfeo Goracci che ha definito ‘storica’ l’enciclica, rivolta ‘agli uomini di buona volontà’, sollecitati ‘a ricercare ciò che unisce e non ciò che divide’ ed invitati ad intraprendere un cammino insieme sul terreno della solidarietà. Coordinati da Roberto Grandis, i lavori sono stati introdotti da Tonino Fagiani che, anche con l’aiuto di un filmato, ha delineato il quadro storico dell’epoca in cui l’enciclica è maturata, dominato dalla ‘crisi’ Usa ‘ Urss per i missili di Cuba, che ha portato il mondo sulla soglia di una guerra atomica. Fermenti ed incomprensioni esplodevano anche all’interno della Chiesa, richiamate dalle esperienze di Don Milani e Carlo Carretto. La presentazione di don Zanotelli è stata effettuata dal vescovo mons. Pietro Bottaccioli che ha ricordato anche le figure di alcuni sacerdoti eugubini (don Cibei, padre Giovanni Manfroni) impegnati sul fronte missionario. L’intervento di Alex Zanotelli, durato oltre un’ora, è stato di una straordinaria incisività ed efficacia; ha iniziato invitando subito a ‘fare cultura di pace’, sollecitazione connaturale ad un territorio celebre per l’ammansimento del lupo da parte di san Francesco e con testimonianze, quali il ‘sentiero francescano della pace’ che andrebbero più o meglio valorizzate. Il relatore è entrato poi nel vivo del tema parlando della sua esperienza a Nairobi ‘città splendida’, dove i poveri, pur rappresentando il 55% della popolazione, sono costretti a vivere da ‘sardinizzati’ su appena l’1,5% del territorio a disposizione. ‘Scioccante’, nel senso letterale, la descrizione della vita di ogni giorno nella sua terra di missione, il villaggio di Korococho, nella discarica di Nairobi. Donne, bambini e ragazzi di strada pagano con la vita una situazione di degrado, emarginazione ed indifferenza; una condizione drammatica che il missionario affronta quotidianamente con le armi del dialogo, della testimonianza concreta, della condivisione, dell’impegno nel trovare e sfruttare ogni opportunità per inserire piccoli, ma significativi meccanismi di crescita e di sviluppo. Un discorso, quello di Zanortelli, da ‘Pacem in terris’ attualizzata.

AUTORE: G.B.