Sabato 20 e domenica 21 gennaio si è tenuto, presso il santuario della Madonna dei Bagni di Deruta, l’annuale week-end metodologico dei capi scout umbri dell’Agesci, associazione che nella nostra regione annovera 2200 associati tra bambini, ragazzi e capi. Un appuntamento che rientra nel percorso abituale di formazione permanente che ogni capo scout porta avanti per essere educatore nel vero senso del termine, ovvero in perenne cammino di crescita formativa. Per chi fosse a digiuno del mondo scout occorre brevemente dire che l’iter formativo di un capo scout dell’Agesci è strutturato secondo uno schema fisso, per cui è necessario frequentare due campiscuola di formazione della durata di 8 giorni l’uno, organizzati a livello nazionale, nei primi anni in cui si presta il proprio servizio in associazione. Oltre a vivere questi due momenti, che riescono a dare le basi per il metodo scout e a far ulteriormente riflettere sulla propria scelta di servizio, il capo scout è poi chiamato ad essere in continua tensione formativa, in primis attraverso momenti organizzati e vissuti nel proprio gruppo di appartenenza, e poi aderendo alle proposte che a livello regionale e nazionale vengono offerte. Il week-end metodologico rientra tra queste ultime. Ogni anno i contenuti del week-end riguardano una particolare tematica di interesse metodologico ed educativo che viene approfondita durante la due giorni. Il tema di quest’anno prendeva in considerazione l’ambito dell’educazione alla vita di fede, ed era precisamente: ‘Guardare con occhi nuovi la spiritualità in associazione’. Spunto e provocazione iniziale per gli oltre 130 capi presenti sono state le parole di don Tonino Bello, contenute in un suo scritto, precisamente Lettera a Giuseppe, un dialogo immaginario con il padre terreno di Gesù da cui emergevano tre nuclei problematici propri della nostra società attuale che vanno a condizionare la vita di fede degli uomini moderni: la difficoltà nel mettersi in gioco vivendo a pieno la vita di fede ‘non si genera più’, il vero significato della carità cristiana ‘non si ripara più’, il senso della fratellanza ‘non si carezza più’. Dopo una riflessione condotta per gruppi che ha evidenziato i nuclei tematici propri di questi tre ambiti, padre Marco Vianelli ha concluso l’attività pomeridiana con un intervento volto ad esternare riflessioni ed eventuali chiarimenti sul tema trattato. È seguito poi il momento del deserto personale in cui ognuno ha potuto rimeditare personalmente i tanti spunti ricevuti. Il deserto si è poi concluso verso le 10 di sera con la messa, culmine della giornata. La domenica è iniziata con un intervento di padre Paolo Benanti, il quale ha cercato di riportare gli argomenti trattati nel giorno precedente alla concretezza dell’attuazione pratica nel contesto educativo dei ragazzi, è seguito poi un confronto fra i capi, divisi nei tre gruppi in cui sono divisi per età i ragazzi verso i quali prestano il proprio servizio educativo (in scoutese, le 3 branche), per un confronto sui nodi problematici concreti dell’educazione alla fede.
Un’associazione da guardare con occhi nuovi
Week-end di formazione per capi Scout a Deruta
AUTORE:
Martino Bozza