Un’altra morte bianca: il dolore di un paese

Pontenuovo / Tanta gente ai funerali del giovane Nicola Spaccini

Ci troviamo spesso purtroppo a piangere su morti premature e violente che colpiscono operai nell’esercizio del loro lavoro. È vano ripetere lamentele e avanzare accuse. Sembra un destino che colpisce anche persone prudenti e professionalmente preparate. L’ultima vittima è stato Nicola Spaccini, un giovane elettricista di venticinque anni, morto in un incidente alla Perugina. Al suo funerale, nella chiesa di Ponte Nuovo troppo piccola per contenere l’enorme folla di persone che ha voluto partecipare anche sotto la pioggia al funerale, c’era l’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti. Insieme a don Giuseppe Piccioni e don Alfredo Duranti ha presieduto la celebrazione ed ha espresso a nome di tutta la comunità il dolore per la sciagura che ha colpito la famiglia e il paese. Sentimenti condivisi da tutti ed espressi in forme diverse, ma sempre con lacrime ed intima sofferenza, per il rammarico di non aver potuto evitare la tragedia. Gli incidenti sul lavoro infatti fanno ancora più impressione perché sono o almeno sembrano evitabili, come affermano i sindacati e molti lavoratori. Evitabili con strutture di sicurezza, con la prevenzione, con accorgimenti tecnici, con il controllo sui posti di lavoro. Su questi temi è entrato anche l’Arcivescovo che ha ricordato l’importanza della prevenzione primaria, costituita dalla preparazione dei ragazzi fin dai banchi della scuola per poi accompagnarli fino all’ingresso nel mondo del lavoro perché possano entrarci con il piede giusto. Il suo richiamo più alto però è stato quello di volgersi alle sorgenti della fede che allargano l’orizzonte della vita oltre il tempo presente e danno ragioni di speranza per quelli che restano nel dolore. Rimane per tutti l’impegno a operare per togliere tutti quegli ostacoli che rendono il lavoro pericoloso per la salute e per la stessa vita, soprattutto in Umbria, una regione particolarmente colpita da questa piaga. Un quotidiano (La Nazione) ha riassunto felicemente la scena del dolore espresso nella celebrazione del funerale di Pontenuovo: “un paese che si è fermato in un lungo pomeriggio di pioggia davanti alla propria chiesa. L’arcivescovo Chiaretti a raccogliere il dolore di tutti, come un padre con i propri figli disperati per tanto lutto e tanta sofferenza”.

AUTORE: E.B.