Una “tenda” per la missione

Diocesi. Il Vescovo spiega il significato della Tenda del Risorto, e invita a partecipare

Ma perché proprio una “tenda”? Con un’Assisi a cui il mondo guarda per le sue splendide basiliche, con un territorio seminato di chiese e di arte, non sarà voglia di “originalità” a qualunque costo? È bene chiarire. La “Tenda” si pone all’interno di un lungo percorso, cominciato quattro anni fa, e che ha avuto il suo culmine nel “biennio della missione”, per poi aprirsi a un nuovo slancio di evangelizzazione, che sarà il “triennio della Parola di Dio”. Tutto questo cammino si è svolto e si svolgerà nei luoghi ordinari della vita diocesana e parrocchiale. Il traguardo che ci siamo dati è molto semplice, ma anche ambizioso: “parrocchia missionaria”. È ora cioè che la vita delle nostre comunità si faccia “annuncio” che torni per le strade e nelle case, come lo fu all’inizio del cristianesimo. Quella della “tenda” è una scelta “simbolica” e “pedagogica”. Vuole aiutarci a prendere coscienza di questo dinamismo. Dire “tenda” è evocare un popolo in cammino. Il “simbolo” è biblico. Ricorda il cammino dell’Esodo, quando Dio volle mettere “tenda” in mezzo al suo popolo. Il simbolo trovò la sua piena realizzazione in Gesù. L’evangelista Giovanni dice che il Verbo si fece carne, e “pose la sua tenda” in mezzo a noi. Vogliamo vivere questa simbologia in tutta la sua forza pasquale e pentecostale. Ci abbandoniamo al “soffio”, anzi, al “vento forte” dello Spirito effuso a Pentecoste. La “Tenda del Risorto” è il luogo dove Cristo ci vuole incontrare, come incontrò i suoi discepoli dopo la risurrezione, abituando il loro sguardo a riconoscerlo nelle più diverse situazioni della vita. Si trovavano nel Cenacolo, quando egli apparve, e l’incredulo Tommaso si sentì invitare a mettere le dita nelle sue piaghe e nel suo costato. I due discepoli di Emmaus se lo trovarono a fianco nel loro viaggio pieno di amarezza, e il loro cuore si riscaldò fino a riconoscerlo nello “spezzare il pane”. In altra occasione, gli apostoli si sentirono chiamare mentre erano sulla barca a pescare, delusi per non aver preso nulla. Sulla parola del Risorto gettarono la rete, e la tirarono colma di pesci. Ecco dunque il senso della “Tenda”: sarà per noi il luogo dove cercheremo di incontrare il Risorto, esercitando il nostro sguardo a riconoscerlo nei vari ambiti dell’esistenza. Dall’ambiente al canto, dall’arte al dolore, dalla scuola alla famiglia, dalla malattia all’economia e ai problemi del lavoro: tutto è illuminato da Cristo. E con lui, tutto si colora di gioia e di festa. A condizione tuttavia che sia sincero e caldo il nostro rapporto personale con lui. Egli chiederà a noi, come a Pietro: “Mi ami tu?”. La Tenda sarà, prima di tutto, una settimana di contemplazione, con l’adorazione eucaristica continua, giorno e notte. Giorni di celebrazione. Giorni della Parola. Giorni di annuncio. Giorni di fraternità. L’invito è rivolto a tutti. Anche a quanti sono soltanto “curiosi”. Noi desideriamo testimoniare che Gesù si può davvero “incontrare”. Ci spinge e ci sostiene la sua promessa: “Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo”.

AUTORE: † Domenico Sorrentino