Risuonano ancora le campane di Pasqua, qualcuno dei sacerdoti ha appena terminato le “quarantore” in parrocchia, già l’arcivescovo Renato ci chiama a distrarci un po’: ci vuole tutti a Roma per riposarci (se così si può dire) in una giornata di fraternità. E così giovedì 28 aprile scorso è partito un autobus da Spoleto con più di cinquanta sacerdoti, destinazione Roma. Credo che nessuno di noi abbia mai visto la maggior parte delle opere artistiche che ci sono state mostrate. Nulla è stato lasciato al caso, due guide professionali (con tanto di laurea alle Belle arti) ci hanno accompagnato a visitare i luoghi più interessanti adiacenti alla sede del Governatorato della Santa Sede, dove il nostro Arcivescovo è di casa, ancora oggi. Abbiamo iniziato dai Giardini vaticani; tutti ne abbiamo sentito parlare, ma per quanto riguarda visitarli… Certamente, chiamarli giardini è un po’ eufemistico, soprattutto se pensiamo a quello che ci rappresentiamo in mente quando udiamo la parola “giardino”. L’effetto è stato maestoso: spazi abbondanti, piante esotiche con qualche pappagallo particolare, vista la dimensione del nido, quasi opere artistiche realizzate dai giardinieri vaticani. Le famose cento fontane che arricchiscono i giardini in vari stili europei completavano l’opera; è stato interessante notare che l’acqua delle fontane è riciclata, in questo modo non c’è dispersione di questo bene prezioso; in caso contrario qualche ambientalista avrebbe potuto storcere il naso. Le acque, al termine della loro corsa in Vaticano, vanno a finire in alcune fontane di Roma. Forse questo i romani non lo sanno: anche in questo dipendono dal Vaticano, oltre che dal grande beneficio economico derivante dall’afflusso del turismo religioso che il Santo Padre richiama. Pranzo al self-service del Governatorato, di qualità ed abbondante, come è normalmente richiesto per chi vive un giorno di vacanza. Nel pomeriggio abbiamo potuto ammirare delle vere opere d’arte “nascoste” nei Musei vaticani, nascoste perché i luoghi visitati non sono aperti al pubblico: con l’Arcivescovo molte porte si sono aperte. La visita è stata sempre più un crescendo. Abbiamo potuto ammirare i mosaici realizzati in stile moderno, regalati dai cardinali al Papa, nella cappella papale Redemptoris Mater. In questa circostanza l’Arcivescovo si è dimostrato un ottimo commentatore, senza troppo sforzo da parte nostra abbiamo potuto comprendere il messaggio teologico che scaturiva da ogni parete: mentre restavamo ammirati per la bellezza delle opere, l’Arcivescovo riempiva il nostro cuore delle meraviglie realizzate dal Signore. Dopo una breve camminata siamo entrati nella Cappella Paolina, mentre ammiravamo i bellissimi dipinti una voce colta e professionale ci spiegava il loro senso e il loro significato. La nostra visita è terminata entrando nella Cappella Sistina, un’esplosione di colori, oltre che di visitatori; abbiamo potuto ammirare le opere realizzate dai più grandi artisti del tempo, riportate al loro splendore originario dopo un restauro di diversi anni. Lì ci siamo fermati, tutti con la testa rivolta verso l’alto; eravamo al termine della nostra giornata ma non ci stancavamo di guardare le meraviglie che l’uomo è capace di fare. Se l’opera umana riesce a raggiungere dei livelli così alti, secondo me irripetibili, che cosa sarà mai l’opera della creazione realizzata da Dio e salvata da Gesù Cristo?
Una Roma così non s’era mai vista
Clero. Giornata di fraternità, in gita in Vaticano con l’Arcivescovo
AUTORE:
Fabrizio Maniezzo