Ritorna puntuale, per il 28’anno consecutivo nella celebrazione della Giornata per la vita, l’appello della Chiesa italiana al ‘rispetto per la vita’. Non un generico monito per una qualunque forma di vita. Qui si tratta di vita umana: di milioni di vite umane che, dalla promulgazione della legge 194/78 in Italia, sono state cancellate, annullate materialmente e concettualmente. L’essere umano concepito e non ancora nato è stato trattato, ed è trattato, come una ‘cosa’. Ce ne si può disfare con facilità se non desiderato, oppure, se desiderato ad ogni costo, possiamo tentare di ‘produrlo’ in vitro. È la realtà, con tutte le tristi vicende umane di sopraffazione dei più deboli ed indifesi, frutto di una cultura e di una mentalità sempre più individualistica e pragmatistica, che ci fa cogliere la pregnanza e l’importanza di questo messaggio, non solo per i cattolici. È un richiamo esplicito e deciso alle responsabilità di tutti. Non possiamo continuare ad eliminare i bambini prima che nascano, nelle fasi iniziali della loro vita, per la nostra superficiale o cinica incoscienza che appoggia le sue ragioni sulla nostra meschinità, quella di una società opulenta ma fondamentalmente indifferente e rassegnata alla morte. Perché si possa riuscire a spezzare questa opprimente mentalità è necessario, a mio avviso, percorrere due strade. La prima è quella dell’educazione. Le persone, fin dalle più giovani generazioni, hanno bisogno di essere formate ed educate al riconoscimento e al rispetto assoluto della propria e dell’altrui vita, per diventare realmente un ‘popolo della vita e per la vita’, come indicava Giovanni Paolo II nella sua enciclica Evangelium vitae. La seconda è quella dell’accoglienza che, se vissuta realmente e senza riserve, diventa testimonianza di un’umanità nuova ed essa stessa, perciò, occasione di educazione a vivere ‘per amare ed essere amati’.Non si tratta dunque, di rendere semplicemente applicabile la legge 194/78 in tutti i suoi articoli, specie quelli che offrono alla donna possibilità alternative all’aborto, così come tende a risolversi l’attuale critica alla stessa vecchia legge; ma occorre suscitare una mentalità nuova, sempre aperta alla vita, e quindi capace di mettersi in gioco con tutte le necessarie risorse personali e collettive, sia economiche che di dedizione per la condivisione dei bisogni. L’attività di volontariato del Movimento per la Vita (Mpv) e del Centro di aiuto alla vita (Cav) di Terni, durante l’anno, si svolge sia nella promozione della cultura della vita in tutti gli ambiti della vita sociale, sia nell’aiuto concreto all’accoglienza della vita nascente minacciata di aborto, proprio attraverso l’incontro, l’ascolto, la condivisione dei problemi delle madri in difficoltà per gravidanze inattese o indesiderate. Viene svolta anche un’attività ambulatoriale ostetrico-ginecologica gratuita presso il consultorio ‘La Famiglia’ di Terni, in largo dei Banderari n’ (tel. 0744.407723). Il Movimento e il Cav di Terni sono in collegamento costante con il servizio nazionale dell”Sos ‘ Vita’, n’verde telefonico: 8008-13000, attivo 24 ore/24, per soccorrere donne in gravidanza, bisognose di aiuto. È un numero telefonico a cui tutti possono rivolgersi gratuitamente per richiedere un intervento a favore di madri e bambini non ancora nati, in pericolo di aborto volontario. Un altro prezioso strumento di aiuto concreto alle madri in difficoltà economiche è l”Adozione prenatale a distanza ‘ progetto Gemma’: l’offerta di un contributo mensile di 160 euro per 18 mesi, dal 3’mese di gravidanza fino al 1’anno di vita del bambino. Questa semplice formula di solidarietà in anonimato, che ha coinvolto decine di migliaia di ‘adottanti’ in tutta Italia (si possono formare anche gruppi di adottanti per ogni offerta di adozione, così da ripartire la quota), dal ’94 ad oggi è stata decisiva per salvare dall’aborto circa 10.000 bambini in Italia!
Una risposta oltre la “194”
Gioirnata per la vita
AUTORE:
Alberto Virgolino