Una prigione meno estranea con ‘Carcere in rete’

L'iniziativa dell'associazione San Martino, vince il bando regionale per progetti di volontariato sociale

Sostenere i detenuti in stato di estremo disagio e privi di riferimenti familiari parentali; costruire misure di sostegno per lo sviluppo di azioni di preparazione all’uscita per le persone detenute; sostenere percorsi di ‘accompagnamento familiare’ che rimuovano le cause che sono alla base dell’isolamento, consentendo un vero e proprio riallaccio della rete familiare, che altrimenti rischierebbe di venire compromessa; motivare i percorsi di reinserimento e animare il tempo vuoto della pena; dotare gli operatori volontari e sociali di strumenti che finalizzino una comprensione ed un coinvolgimento più efficace nell’attività stessa. È quanto propone il progetto ‘Carcere in rete’ dell’associazione di volontariato San Martino di Terni, che gestisce le opere segno della Caritas diocesana: progetto risultato vincitore del bando regionale per progetti di volontariato sociale. ‘Un risultato ‘ spiega Aldo Placidi, presidente dell’associazione San Martino ‘ che è frutto del lavoro condiviso che le associazioni, organizzazioni e enti del volontariato operanti nel pianeta carcere, realizzato negli istituti di pena presenti nella nostra regione, in stretta sinergia e collaborazione con le Direzioni delle carceri e con gli enti locali e regionali’. Tra le attività svolte in questi anni, che saranno implementate e ulteriormente strutturate, c’è la distribuzione di beni primari, in quanto il grado di povertà che si riscontra nelle carceri è ormai diventato insostenibile. Immigrati, senza fissa dimora, tossicodipendenti senza legami familiari, malati mentali non hanno la possibilità di sostenersi. Questo avverrà in tutti e quattro gli istituti penitenziari di Terni, Spoleto, Perugia e Orvieto. Nel progetto anche azioni di accompagnamento e affiancamento, al fine di sviluppare nella persona delle capacità nella ricerca di soluzioni occupazionali e sociali, di ridefinizione degli obiettivi personali e professionali, di orientamento, consulenza e accompagnamento. A tal fine sono state avviate anche attività di laboratorio e altre saranno avviate, come quella curata dall’associazione ‘Ora d’aria Terni’ inerente la legalità, nella quale fornire soprattutto ai detenuti stranieri gli strumenti linguistici e di informazione rispetto alle ‘regole del carcere’, la consapevolezza dei propri diritti e doveri durante la pena e dopo l’espiazione. ‘Tali laboratori – dice ancora Aldo Placidi – verranno attivati anche attraverso l’utilizzo di tecniche di animazione che partano da un coinvolgimento ludico, dove verranno utilizzati anche mediatori per lo scambio culturale. Uno dei problemi maggiori infatti è la comunicazione tra detenuti italiani e stranieri’. Sul versante specifico della comunicazione, e vista la crescente presenza di detenuti stranieri, saranno avviate diverse figure di mediatore che consentano per tutti l’accesso alle diverse opportunità offerte dalla normativa vigente. Una figura ‘ponte’ fra detenuto straniero, istituzione carceraria e società di accoglienza, in grado di intervenire in specifiche situazioni. Questo intervento verrà fatto nella casa circondariale di Terni. ‘Non ultimo ‘ conclude Placidi ‘ è l’accompagnamento dei familiari dei detenuti, specie quelli che versano in condizioni di disagio economico e di estrema povertà e sono privi di punti di riferimento certi sul territorio, trovando quindi enormi difficoltà nel cercare una sistemazione consona, anche per i pochi giorni in cui sono permesse le visite ai loro congiunti’.

AUTORE: E. L.