Ha avuto caratteristiche di natura decisamente carsica il percorso attraverso il quale è giunta fino a noi, sostanzialmente intatta, la richiesta che il Card Lercaro il 6 dicembre 1962 avanzò ai Padri Conciliari. Nella sua materialità, quella richiesta non venne accolta dal Concilio. Che i poveri nella Chiesa assurgessero a luogo teologico privilegiato. Per il nostro futuro – auspicava l’arcivescovo di Bologna, uno dei leader del “Gruppo del Collegio Belga” – i poveri nella Chiesa non avrebbero più dovuto essere soltanto, e nemmeno soprattutto, i destinatari della carità operosa dei credenti; no; i poveri, nella nuova antropologia conciliare, sarebbero stati i depositari di uno degli approcci più autentici che un uomo possa avere con la vita. I poveri, luogo teologico privilegiato. Nella sua materialità, quella richiesta non venne accolta. Ma oggi essa riemerge, intatta. Come abbia potuto sopravvivere, è un mistero, almeno per un dilettante sfiancato come me. È un mistero totale come quella richiesta abbia potuto non sbriciolarsi sotto l’insulto dello spiritualismo trionfante, che minimizza le angosce e le speranze degli uomini, quelle che la Chiesa della Gaudium et spes ha detto appartenerle. La storia umana, vista dal punto giusto, cioè dal basso, introduce alla storia di Dio; ma per gli spiritualisti essa è come il trucco: c’è ma non si vede. Ebbene nella Novo millennio ineunte Giovanni Paolo II non si limita a gridare (al n. 61) che oggi è l’ora di una nuova fantasia nella carità, ma (al n.49) si preoccupa di dare un fondamento tetragono a quella affermazione, e insegna che la pagina del giudizio in cui Cristo chiama “benedetti” quelli che si sono fatti prossimi a lui nei piccoli non riguarda solo l’etica, ma è innanzitutto una pagina di cristologia che proietta un fascio di luce sul mistero di Cristo; e a fondamento del nostro impegno pastorale per il primo decennio del 2000 i Vescovi italiani ripropongono pari pari quella frase: i poveri, una pagina di Cristologia. Non un excursus dotto e gratuito: Non un’ appendice messa lì per finire il quinterno. No!: una pagina che proietta un fascio di luce sul mistero di Cristo.