Una chiesa che sa progettarsi

Il Vescovo in visita pastorale nell’Up Santa Maria Assunta e San Giuseppe

L’unità pastorale S. Maria Assunta e S. Giuseppe è costituita dalle parrocchie del centro storico di Orvieto: S. Maria della Stella in Cattedrale, Santi Andrea e Bartolomeo, S. Giovenale, S. Domenico. Santi titolari tutti prestigiosi, non solo per la santità, ma anche per l’importanza storica. Quando, per le mutate condizioni storiche, si è intrapresa la strada dell’unità pastorale, è sembrato già pronto il patrocinio a cui affidarla: san Giuseppe, patrono della città, e la Madonna assunta in cielo, titolare della Cattedrale perché patrona dell’antico Comune libero di Orvieto. Il termine “unità pastorale”, per ora, è più che altro un progetto qui ad Orvieto, magari favorito dalla vicinanza territoriale delle parrocchie, tutte racchiuse dentro le mura della città e già abituate a fare pastoralmente molte cose insieme. Tanto più che Orvieto è una città che tende ad identificarsi nel “suo” duomo, per cui – ancor prima dell’unità pastorale – le grandi solennità religiose e civili vedevano radunata qui tutta la comunità orvietana. Il progetto “unità pastorale” deve puntare, pertanto, ad altri obiettivi, più intimi, potremmo chiamarli. Tra questi si è individuato come primario la carità, dando vita al “Centro di ascolto” cittadino, che dovrà essere rivitalizzato, specialmente con la presenza dei giovani. Il secondo punto del progetto è l’oratorio cittadino “S. Filippo Neri”, un dono della città alle parrocchie, frutto della generosità della Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto. Da un anno è sorta anche l’associazione “Amici dell’oratorio”, che vorrebbe renderlo la casa di tutti gli orvietani, facendovi incontrare le realtà presenti nella famiglia, in vista di un nuovo tipo di servizio reciproco, appunto ecclesiale. La presenza nello stesso edificio, l’uno a fianco dell’altro, dell’oratorio e del Centro di ascolto potrebbe facilitare non poco la loro crescita. Per questo guardiamo con fiducia alla prossima “Mensa dei poveri”, un progetto della Caritas diocesana, a cui non faremo mancare la nostra carità. Sul piano della formazione e dell’annuncio, per ora ci si è fermati alla preparazione dei giovani fidanzati e ad alcuni momenti unitari per i catechisti dei fanciulli e ragazzi. Forse, potrebbe essere meglio sfruttata come momento unitario la Scuola di teologia, specialmente alcuni corsi, come quelli sulla Bibbia, utili a tutti, anche ai membri delle varie aggregazioni ecclesiali per consolidarne il cammino. Pensiamo, infine, che nell’agenda pastorale di un’Unità dedicata a due santi sposi – Maria e Giuseppe – non potrà mancare l’impegno primario per fare della famiglia il soggetto primario di tutta la vita cristiana.

AUTORE: Mons. Italo Mattia