Si svolgerà a Perugia, martedì 28 ottobre, un convegno medico sul tema ‘Autismo: nuove prospettive in tema di immunopatologia. Nuove forme di assistenza alle famiglie’ promosso dall’associazione Comitato Montinari con il patrocinio della Regione Umbria, della Provincia di Perugia, del Comune di Perugia e del Comando regione carabinieri.
‘L’autismo è una patologia con una variabilità che va da forme molto gravi a forme leggere ‘ spiega il prof. Giovanni Mazzotta, direttore della scuola di specializzazione in Neruopsichiatria infantile dell’università degli studi di Perugia e primario della Uoc Neuroprsichiatria infantile dell’età evolutiva della Asl 2 di Terni. – Per questo bisogna parlare di spettro della sindrome autistica. Difficoltà di interazione sociale, difficoltà di linguaggio e persistenza di comportamenti bizzarri sono le tre manifestazioni tipiche dell’autismo che ad aggi, si sa ormai con certezza, è una patologia di natura biologica e non psichiatrica, come si pensava fino a venti anni fa. L’errore di credere che si trattasse solo di un problema relazionale si generò negli anni Quaranta in America, quando lo psichiatra Leo Kanner sosteneva che l’autismo fosse causato da genitori ‘freddi’, impostando le cure sulla psicanalisi della madre, che non avrebbe accettato il bambino. Solo nei primi anni Novanta si fecero alcune scoperte genetiche che attestavano il problema sul piano biologico, in particolare a livello cerebrale, ‘scagionando’ i genitori del bambino affetto da autismo’.
Nell’ambito del convegno perugino verranno prese in esame le cause gastroenterologiche nella genesi della malattia (ovvero la presenza nelle mucose gastriche dei pazienti di virus attenuati delle più comuni malattie infettive, che provoca difficoltà di assorbimento dei cibi).
In particolare verrà presentato il ‘Protocollo Montinari’, una forma di cura integrata alimentare, farmacologica e terapeutica che richiede anche un sostegno economico importante per le famiglie in cui sono presenti bambini autistici.
Durante il convegno verranno infatti anche trattati i temi relativi alle difficoltà economiche in cui versano le famiglie che hanno deciso di far sottoporre i propri familiari a metodi di cura che prevedono costose diete (ad esempio alimenti privi di glutine e caseina) e particolari esami di laboratorio.’ggi l’autismo colpisce tra i quaranta e i cinquanta bambini all’anno su diecimila nati, ed appare una patologia in costante aumento.
Il primo Centro diurno umbro per l’autismo
Dall’aprile 2007 è in funzione a Perugia, nella zona di Pian di Massiano, il primo Centro diurno per l’autismo dell’Umbria. Si tratta di una struttura destinata ai giovani pazienti compresi tra 0 e 14 anni fortemente richiesta da un gruppo di genitori dell’Angsa (Associazione nazionale genitori soggetti autistici) e che ha preso consistenza grazie all’impegno del direttore del distretto n. 1 dell’Asl 2 dell’Umbria, la dott.ssa Carla Cicioli, e dell’équipe di Neuropsichiatria infantile della stessa Asl, che vi opera all’interno. Si tratta di una struttura dotata di tutti i requisiti richiesti dalle moderne tecniche riabilitative, che sono principalmente orientate alla costruzione di relazioni del bambino autistico con il modo esterno: ausili comunicativi specifici; uno specifico luogo per ogni attività, dal lavoro a tavolino fino ad una palestra che i ragazzi possono utilizzare per i laboratori di psicomotricità, ma che viene utilizzata anche come luogo puramente ludico per giochi di interazione in compagnia dell’operatore. Non manca una cucina, per insegnare ai ragazzi a mangiare correttamente ed in maniera autonoma.
All’interno del centro, in cui attualmente vengono seguiti 20 pazienti, gli operatori seguono i ragazzi in rapporto 1/1. Nel caso dei bambini fino a 3 anni affetti da autismo, l’assistenza viene erogata a domicilio. Per ogni utente viene redatto un progetto personalizzato, concordato con operatori e famiglie.
Il Centro è dotato anche di uno spazio all’aperto per i giochi di movimento. La struttura si avvale di un neuropsichiatra, una psicologa e una logopedista. La gestione invece è stata affidata ad un consorzio di cooperative, il consorzio Auriga, che hanno formato educatori professionali specificatamente sulle tecniche riabilitative e l’utilizzo degli strumenti di comunicazione alternativa.
‘L’obiettivo delle attività del centro non è sicuramente quello di curare l’autismo – spiega la referente della sede di Perugia dell’Angsa, Anna Letizia Lombardini – ma di limitarne gli effetti negativi. Sono stati tanti i benefici che alcuni pazienti hanno ottenuto con la frequentazione: alcuni hanno iniziato a comunicare, o ad utilizzare il linguaggio in maniera correlata ai propri bisogni. Grazie a strutture come questo Centro, noi genitori non ci sentiamo soli. Ci auguriamo che ne sorgano di simili in tutto il territorio regionale’.