Più del triplo degli affreschi che si era previsto di ritrovare. Questo, in sintesi, l’enorme successo della campagna di restauri del prezioso ciclo pittorico della chiesa parrocchiale di San Pellegrino, del cui inizio, lo scorso mese di agosto, il nostro settimanale aveva già dato notizia. ‘I lavori proseguono alacremente – racconta don Luigi Merli, il parroco della piccola frazione di Gualdo Tadino – e dovrebbero concludersi entro luglio di quest’anno’, anche se, ogni volta che si mette mano alle pareti di questa chiesa, saltano fuori incredibili sorprese. ‘Quella più grande – continua don Merli – è che, fino a questo momento, dei 15 metri quadri di affreschi che si era preventivato di riportare alla luce dall’intonaco, ne sono saltati fuori almeno il triplo, oltre 47’. Fra questi, che testimoniano che tutte le pareti interne erano riccamente decorate, il paziente lavoro dei restauratori della Coobec di Spoleto – seguito quotidianamente dall’occhio vigile del soprintendente onorario ai Beni culturali Enzo Storelli – ha riportato alla luce notevolissimi affreschi attribuibili, senza dubbio, a Matteo da Gualdo, il pittore-rivelazione degli ultimi tempi, e alla sua scuola, tutti risalenti ad un arco di tempo compreso fra la metà del XV secolo e i primi decenni del XVI. ‘Scoperta molto interessante – aggiunge il parroco – è inoltre la presenza di alcune tempere su muro a fianco dei classici affreschi’. Ma la scoperta che vale da sola il grande lavoro finora svolto, oltre ad una inusuale Flagellazione di Cristo, un ancor più raro Bagno di Gesù giovinetto e una bella Raccolta del sangue del Crocifisso, è quella di un grandissimo affresco raffigurante una Crocifissione situato nel punto di massima visibilità, al di sopra dell’altare. ‘Si tratta della chiave di lettura storica e teologica dell’intero edificio ecclesiastico – spiega don Luigi – in quanto, dal modo in cui fu troncato nella parte superiore, dimostra che l’edificio, durante i lavori di ristrutturazione che subì nel XVII secolo, fu abbassato. Ma è anche teologicamente interessante, perché da un lato interpreta alla lettera alcune espressioni evangeliche, come la presenza del soldato Longino’. E non basta: è stata anche ritrovata la pietra originaria dell’antico altare, che verrà ripristinata al momento dell’inaugurazione degli affreschi. Insomma, si vedrà a luglio. ‘Per ora – conclude don Merli – un grazie di cuore al senatore Asciutti, al ministro Urbani, a Vittoria Garibaldi e alla Fondazione Banca dell’Umbria’.
Un trionfo di affreschi
GUALDO TADINO. Eccezionali scoperte nei restauri alla parrocchia di San Pellegrino
AUTORE:
Pierluigi Gioia