‘Adotta un affresco’: l’originale iniziativa ideata da don Giuseppe Biselli, parroco della chiesa di Santa Maria Maggiore ad Assisi, costantemente documentata da questo settimanale, ha raggiunto un ulteriore successo, a tal punto da meritare l’elogio pubblico del vescovo mons. Sorrentino. È opportuno ribadire che l’iniziativa, destinata a recuperare almeno in parte il patrimonio della prima cattedrale di Assisi, si rivolge ad una pluralità di soggetti – imprese, banche, istituzioni, associazioni, privati cittadini – animati dal desiderio di salvare un’opera pittorica. Si finanzia il restauro in cambio di un riconoscimento testimoniato da una targa apposta in chiesa con le generalità del benefattore, assegnatario di un certificato contenente la foto dell’opera adottata e le informazioni storico-artistiche ad essa inerenti. Grazie a questa ‘trovata’, ben dieci interventi sono stati eseguiti dalla restauratrice Manuela Elisei, con il benemerito coinvolgimento di privati cittadini che hanno avvertito l’obbligo di arginare un danno irreparabile per la chiesa di Santa Maria Maggiore originariamente ricca di affreschi, come si può immaginare, essendo stata a suo tempo la cattedrale. Ovviamente l’impegno economico dei committenti è stato valutato in base ad indagini preliminari sullo stato delle opere: impegno economico che può essere singolo oppure assicurato da un gruppo di persone, come si è recentemente verificato. Il lavoro scrupoloso di Manuela Elisei (cui si deve il recupero integrale della grande Crocifissione attribuita a Dono Doni) si è concentrato su una serie di ex-voto fatti eseguire da famiglie per una grazia ricevuta, presenti nella parte inferiore della navata di sinistra e di quella centrale, raffiguranti soprattutto santi intercessori: sbiaditi frammenti ritornati alla originaria visibilità. ‘Altrettanti dipinti necessitano di un recupero’ dichiara Manuela Elisei, rimarcando che il progetto di Santa Maria Maggiore non è affatto completato, e dunque aperto ad altri mecenati. La stessa esplicita le difficoltà sostenute: ‘Sono stata costretta a confrontarmi con autori diversi, orientati all’uso di differenti tecniche. Più che un restauro, mi è sembrato talvolta di applicare un accanimento terapeutico. L’umidità della chiesa rappresenta comunque un problema; sarebbe necessaria la bonifica delle fondamenta, compresa la villa romana sottostante. La situazione può aggravarsi per l’atteggiamento di fedeli e visitatori che, in buona fede, si appoggiano durante le celebrazioni sugli affreschi; una censura invece meritano quanti incidono i rispettivi nomi sulle pitture’. Il docente di Storia dell’arte Elvio Lunghi sottolinea la validità della decorazione recuperata, aggiungendo: ‘Sono tornati alla luce affreschi prima illeggibili sui quali resta possibile esprimere opinioni fondate in merito ai loro autori: in particolare vorrei citare un Cristo in pietà e una Madonna del latte, opere che qualcuno attribuisce a Matteo da Gualdo, mentre un Santo diacono potrebbe rappresentare una traccia della perduta attività di Nicolò Alunno, ampiamente lodata da Giorgio Vasari’.
Un popolo che ama l’arte
Patrimonio d'arte. Le 'adozioni' salvano l'ex cattedrale di Assisi
AUTORE:
Francesco Frascarelli