Un partito non può nascere senza un cuore

Politica. Sul ventilato Partito democratico, i dubbi del presidente provinciale Giulio Cozzari

Natura non facit saltus. Lo sosteneva Orazio e ne è convinto anche il presidente della Provincia di Perugia, Giulio Cozzari, quando parla del costituendo Partito democratico. Insomma, come la natura non procede a salti (altrimenti detto, l’evoluzione della specie è un processo lento, lungo e pure faticoso), così per Cozzari non è possibile che i ‘troppi democristiani ancora in giro’ possano costituire un partito unico, il Pd appunto, con i ‘troppi comunisti ancora in circolazione’. Farlo sarebbe contro natura, contro i tempi della storia. Che ancora non sono maturi. Cozzari, questo lo dice lei. Da Prodi, Fassino, Rutelli, Veltroni fino a Bocci, Bracco e Lorenzetti, nella nostra regione sono tutti convinti del contrario. E allora? ‘Sicuramente tutti questi politici e amministratori avranno fatto degli studi più approfonditi dei miei e si avvarranno di esperti consulenti. Però io ‘ che sono dalla stessa loro parte politica ‘ dico: attenti, perché per fare un nuovo partito occorrono le teste e il cuore. Le teste ci sono, sicuramente. Il problema è che manca il cuore, che ‘la base’ non sente ciò che i vertici dei cattolici di sinistra e dei democratici di sinistra stanno per fare, chiusi nelle loro stanze dei bottoni. E solo quando tutte le scelte saranno compiute, saremo in grado di giudicare le conseguenze. Per il momento, nella mia pochezza, sento tuttavia il problema morale di porre certi interrogativi’. È una minaccia? ‘No, nessuna minaccia, ci mancherebbe (ride, ndr). Ma vengo dalla scuola della vecchia sinistra Dc di Guido Bodrato (che non si è ricandidato al Parlamento europeo per non essere costretto ad uscire dal gruppo del Ppe) e ho pure rimproverato al mio amico Lapo Pistelli di essere in Europa accanto ai liberaldemocratici di Marco Pannella (Pistelli aderisce all’Alde, Alleanza dei liberali e democratici per l’Europa, ndr). L’amico segretario regionale dei Ds, Fabrizio Bracco, mi dice oggi: ‘Ma come? Proprio tu che fosti un antesignano nel gettare le basi di un’alleanza fra cattolici e sinistra in Umbria, adesso sei contrario al Partito democratico?’. Sì, sono molto scettico, perché mi sembra una formula forzata e poco realistica e, soprattutto, che non entusiasma la nostra gente. Per dirla tutta: qui si rischia di perdere le rispettive identità che, collaborando, abbiamo sempre mantenuto. Facendo, peraltro, cose egregie specie nella nostra regione’. Beh, ma sareste tutti riformisti’ Che male c’è a stare sotto la stessa bandiera? ‘Per essere riformisti ci vuole molto meno. Prenda il caso di Bossi. Anche lui è un riformista, con la sua idea di federalismo’ E che riformista! E di Berlusconi, ne vogliamo parlare? Il bello è che anche Bertinotti, adesso che l’età e il governo lo hanno moderato, può essere considerato tranquillamente un riformista. Però, il problema vero è quali riforme fare. Le ripeto: il sospetto che, nelle intenzioni di Prodi, l’Ulivo fosse stato creato per essere – alla fine – trasformato in partito, io ce l’ho sempre avuto. Il problema, ciò che non è stato ben messo a fuoco dalle teste pensanti del mio centrosinistra, è che il Partito democratico dovrebbe nascere solo dopo un lungo processo politico, che ancora non c’è stato. E che tale cambiamento dovrebbe prima maturare all’interno delle coscienze, piuttosto che nelle segreterie politiche. I partiti si fanno con le teste e con il cuore. Il nuovo partito democratico rischia di nascere senza cuore. E non andrebbe lontano. Perché una cosa è stare insieme da alleati e fare delle riforme condivise, un’altra è abitare per forza la stessa casa politica’. E lei si preoccupa di questo”Sì. Assumo malvolentieri il ruolo di ‘Grillo parlante’, ma lo faccio ugualmente. Sia chiaro che il mio scopo non è criticare a tutti i costi. Infatti, per primo, rischio di non ritrovarmi più insieme a tanti amici, con i quali ho condiviso ideali e battaglie. Ma, vedendoli affrontare tranquillamente certe questioni’ Io, sul nuovo Partito democratico, di mugugni ne sento tanti e mi dico: forse questa non è la strada giusta per guadagnare il nuovo. Non possiamo comportarci come Berlusconi, che indirizza la sua politica sulla base dei sondaggi, che sono poi la rappresentazione degli istinti di tutti noi. Oggi vedo infatti una forte offensiva laicista, relativista nei contenuti etici, all’insegna di un tardo Illuminismo che coniuga la modernità secondo i responsi dei sondaggisti. Credo, al contrario, che il politico debba avere una sua indipendenza di pensiero e di coscienza che io, da persona libera e da cattolico, rivendico’. Si spieghi meglio. Su cosa, secondo lei, i cattolici non tratteranno mai lungo il percorso verso il Partito democratico? ‘Semplice. Il caso dei Pacs. Da cattolico non li condivido. E da politico, non posso – in ossequio a mere esigenze di carattere organizzativo-partitico – disarticolare ancor più la famiglia. Questo significherebbe solamente cedere nei confronti degli egoismi e degli individualismi. Mi dicono: bisogna rispettare i diritti degli altri, di chi è diverso. Giusto, ma non dimentichiamoci che i diritti vanno di pari passo ai doveri. Il bullismo, la droga, i giovani che sbandano. E la nostra televisione che modelli culturali propone loro? Il Grande Fratello? Poi: la modernizzazione, la globalizzazione: va tutto bene. Ma se, da politico e amministratore, accettassi che la persona umana fosse strumento dell’economia e non viceversa, è possibile che ci sarebbe qualcosa di sbagliato nei miei ragionamenti e nelle mie azioni. È su temi come questi che il Partito democratico, una volta fatto, potrebbe vacillare pericolosamente’. IL PERSONAGGIO Il presidente della Provincia di Perugia, Giulio Cozzari, è nato a Deruta il 23 settembre 1940. Sposato, ha due figli. Aderisce al partito della Margherita. È stato eletto presidente della Provincia umbra nel turno elettorale del 2004 (elezioni del 12 e 13 giugno), raccogliendo il 64,5 per cento dei voti, in rappresentanza di una coalizione di centrosinistra. È sostenuto, in Consiglio provinciale, da una maggioranza costituita da Ds, Margherita, Rifondazione comunista, Sdi – Socialisti riformisti, Comunisti italiani. Amministra un territorio che conta 59 Comuni e oltre 600 mila abitanti; il suo mandato terminerà nel 2009. È anche presidente del Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace.

AUTORE: Paolo Giovannelli