Passi lenti sulla strada sabbiosa, con l’incedere tipico di chi è abituato ogni giorno a macinare decine di chilometri per andare dal proprio villaggio in città, trasportando su una bicicletta sfasciata, o in cesti posti in testa, farina di manioca, ananas, banane, carbone per il fuoco. È un continuo andirivieni, dalla mattina al tramonto, lungo quelle strade sabbiose color ocra; una lunga fila di uomini e donne, bambini e anziani con i loro tipici vestiti dai colori sgargianti, con i neonati sulle spalle della mamma avvolti nei marsupi di stoffa, con i piccoli chioschi e banchi per la merce improvvisati sotto grandi alberi di mango. È l’immagine dell’Africa che immediatamente rimane impressa per la sua vitalità, i colori, i suoni; è il paesaggio che ha accolto la delegazione della diocesi e il vescovo Vincenzo Paglia in visita all’archidiocesi di Kananga e alla missione di Ntambue. Tre giorni d’incontri con i rappresentanti dell’Università cattolica del Kasai e quella statale a Kananga, politici e amministratori locali; di visite ad ospedali, case di accoglienza per sordomuti, centri pastorali e Caritas della diocesi di Kananga, comunità cristiane e sacerdoti, e soprattutto la missione di Ntambue. “L’impressione di questa terra, il Congo, è stata quella di una realtà veramente straordinaria – è stato il commento di mons. Vincenzo Paglia -. Devo dire che l’opera iniziata e portata avanti da mons. Gualdrini nella missione di Ntambue, con la partecipazione dell’intera diocesi, ha dato frutti davvero eccezionali. Una realtà importante all’interno della diocesi di Kananga, una missione che ha molte strutture ed è ben organizzata. Ho assistito nella concelebrazione domenicale all’invio di molti operatori che avranno la cura pastorale dei numerosi villaggi che dipendono dalla missione. Erano oltre quaranta, e sono un bel segno dell’opera di amore straordinaria che fa onore alla diocesi di Terni Narni Amelia e a tutti coloro che vi hanno collaborato in maniera attiva. Ma soprattutto è una bella testimonianza di quell’amore universale della Chiesa che a Terni ha avuto uno dei frutti più belli proprio nella missione a Ntambue”. Incontri importanti segnati da un nuovo rapporto di cooperazione nell’epoca della globalizzazione tra Europa e Africa, e che investe progetti per l’università, per i sacerdoti, per la formazione in generale che possa favorire la crescita di un nuovo umanesimo non condizionato dagli aspetti materiali ma basato sulla fraternità, l’amore e l’unione e dialogo tra popoli. “Visitando non solo Ntambue ma varie parti dell’archidiocesi di Kananga, si apre una nuova prospettiva proprio perché è giunto come a maturazione quanto già avvenuto nella missione – aggiunge il Vescovo -. È davvero straordinaria l’istituzione di una Università cattolica nell’arcidiocesi di Kananga, che ha facoltà di Medicina, di Diritto, d’Informatica, mentre è in progetto l’avvio sia della facoltà di Teologia che di Filosofia. Un’iniziativa come questa non può non interessare la nostra diocesi. Al tempo stesso mi è parsa particolarmente drammatica la situazione della povertà. La guerra ha portato il Paese ad una condizione incredibilmente povera. Il Congo è tra i Paesi più ricchi dell’Africa, eppure manca l’acqua, manca l’elettricità, mancano le strade, e questo vuol dire che mancano le condizioni per lo sviluppo. Il Concilio Vaticano II ci ha insegnato che le speranze e i problemi della società sono anche le speranze e i problemi della Chiesa. Ecco perché questa missione richiede oggi una maturità nuova. Nuove prospettive si stanno aprendo, come quella di aiutare la crescita di sacerdoti dell’arcidiocesi, che vengono formati e fanno esperienza nella diocesi di Terni per poi tornare. È uno scambio di aiuto pastorale, e questo mi sembra particolarmente significativo”. Un Paese vivo con una Chiesa giovane ed entusiasta, nella quale sempre in maggior numero crescono vocazioni religiose femminili, seminaristi e sacerdoti impegnati nella loro terra a diffondere il Vangelo, ad accogliere e dare speranza ai più bisognosi. “Abbiamo intuito, in questi pochi giorni a Kananga, quanto sia importante che le due Chiese continuino o intraprendano in maniera ancora più robusta il loro rapporto con le società nelle quali vivono – conclude il vescovo Paglia -. Mi auguro che anche attraverso il rapporto di fraternità delle Chiese si costruiscano fraternità tra società e tra popoli. Questa in fondo è la vocazione della Chiesa per aiutare la fraternità tra tutti i popoli”. I due Vescovi firmano un protocollo di collaborazioneKananga è una delle più grandi città della Repubblica democratica del Congo, con un milione e mezzo di abitanti, ma ancora presenta grandi sacche di povertà, infrastrutture mal funzionanti o inesistenti, e dove si vive di piccolo commercio. Al termine della visita il vescovo Paglia e l’arcivescovo Marcel Madila hanno sottoscritto un protocollo di cooperazione tra l’archidiocesi di Kananga e la diocesi di Terni Narni Amelia, nel quale viene ribadito l’impegno di cooperazione tra le due diocesi per la missione universale della Chiesa. In particolare i due Vescovi si propongono di rafforzare la comunione fraterna che esiste già da 22 anni nella missione di St. Bernard a Ntambue, di sviluppare la cooperazione tra le diocesi in modo da estenderla non solo al clero o ai missionari ma ai collaboratori delle istituzioni ecclesiali attraverso le quali si sviluppa la pastorale diocesana. Una comunione che troverà concreta applicazione nella vita parrocchiale attraverso la presenza di sacerdoti della diocesi di Kananga nelle parrocchie di Terni Narni Amelia; nell’apostolato sociale con un gemellaggio tra i centri per sordomuti di Terni e Kananga; nell’apostolato del mondo universitario per una reciproca cooperazione tra l’università ternana, in particolare la facoltà di Medicina, e l’Università cattolica Notre Dame du Kasayi.
Un magnifico frutto africano
Il Vescovo in visita nella “diocesi sorella” di Kananga. Un segno importante di fraternità e comunione
AUTORE:
Elisabetta Lomoro