Un difficile ponte

Garante dei detenuti: il Consiglio regionale ha approvato la legge

È stata approvata martedì scorso la legge regionale che istituisce anche in Umbria il garante dei detenuti: 16 i voti a favore da parte del centro-sinistra, 10 quelli contrari dell’opposizione. Sono servite ben cinque sedute prima di varare il provvedimento, sul quale si sono aspramente scontrati – per settimane – maggioranza e centro destra. Quest’ultimo ha bollato il garante dei detenuti come una figura ‘inutile e costosa’. Secco il capogruppo Udc, Enrico Sebastiani: ‘L’argomento non interessava la gran parte dei cittadini’. La Giunta regionale, con l’assessore Damiano Stufara, si è di fatto ‘autoemendata’ rispetto alla proposta di legge fatta in precedenza: le modifiche hanno riguardato l’elezione del garante a maggioranza qualificata di due terzi (20 consiglieri su 30), la riduzione del 40 per cento delle spese inizialmente previste e l’attenuazione dell’incarico del garante, che durerà 5 anni senza rinnovo. La questione, adesso, è chi sarà il garante. Dall’autorevolezza della persona dipenderà tutto, accanto alla sua conoscenza del mondo carcerario. Pena non riuscire a fare ‘da ponte’ fra i detenuti, l’amministrazione penitenziaria, il mondo politico e l’opinione pubblica, fallendo la sua missione come già accade altrove, specie al Nord Italia. ‘Non ovunque – afferma la responsabile del settore Area Carcere dell’associazione San Martino-Caritas di Terni, Nadia Agostini – la figura del garante dei detenuti è servita. Alcuni garanti sono ‘fermi’. Tuttavia, se serve istituire il garante regionale per ottenere presto il garante nazionale dei detenuti, che avrà un peso di certo più forte rispetto a quelli regionali, allora ben venga. E poi, speriamo che in Umbria l’ufficio del garante sia uno di quelli che funzionano’. Attraverso la Conferenza regionale ‘Volontariato e giustizia’, l’associazione San Martino ha lottato insieme all’Arci per sensibilizzare la politica sulla figura del garante dei detenuti. ‘Noi siamo favorevoli all’entrata in scena del garante – sostiene la responsabile dell’Arci solidarietà Ora d’aria di Perugia, Patrizia Costantini – perché sappiamo bene che i detenuti non chiederebbero, mai e poi mai, la tutela dei loro diritti alla magistratura di sorveglianza’. ‘Noi volontari – afferma Agostini, – nel carcere ci muoviamo sempre ‘in punta di piedi’ e, spesso, le nostre segnalazioni sui diritti a rischio dei prigionieri non vengono ascoltate dall’amministrazione penitenziaria. Spero proprio che il nuovo garante servirà a far giungere meglio la voce di chi, come noi, vive ogni settimana il complesso mondo del carcere, nonché le speranze in una nuova vita di chi è dentro’.

AUTORE: Paolo Giovannelli