Un deciso doppio ‘no’

Le ragioni dell'astensione presentate al convegno promosso dal comitato 'Scienza e vita' di Perugia

Ha fatto un certo effetto sentire parlare della relazione tra madre e figlio come di uno scambio reciproco che non si ferma al dato psicologico e affettivo ma coinvolge la stessa struttura biologica della madre. Tanto per dirne una, le famose cellule staminali embrionali del bambino restano nel corpo della donna per tutta la vita, così che si può davvero dire, e non solo metaforicamente, che il figlio resta nel ‘cuore’ della madre per sempre. Ad accompagnare il pubblico, convenuto al centro congressi ‘A. Capitini’ di Perugia per la manifestazione promossa dal comitato ‘Scienza e vita’ di Perugia, in questa affascinante scoperta delle relazioni di scambio che si attivano tra l’embrione e la donna fin dal primo istante del concepimento è stato Salvatore Mancuso, direttore del Dipartimento tutela della salute della donna e della vita nascente del policlinico ‘Gemelli’ di Roma. Questa capacità di relazione aggiunge argomenti a sostegno di coloro che considerano l’embrione un essere umano che nella sua iniziale fase di vita ha già una sua autonoma capacità di sviluppo, e non è, come a volte si sente dire, semplice materiale biologico da utilizzare per fare ricerca e sperimentazioni. Non solo non è moralmente accettabile usare, ovvero sopprimere, embrioni per ottenere cellule staminali, ma anche da un punto di vista della ricerca e della medicina, e di questo ha parlato Paolo Brunetti, professore emerito di Medicina interna dell’Università di Perugia, gli unici risultati che possono essere applicati alla cura di malattie si sono ottenuti da cellule staminali adulte.A Eliana Petrozzi, presidente del Forum regionale delle famiglie umbre, è andato il compito di ricordare le ragioni dell’astensione dal voto proposta con il doppio ‘no’: no al referendum e no alla modifica della legge. Suor Roberta Vinerba (suo il contributo qui di seguito), responsabile del Circolo ‘Giorgio La Pira’ di Perugia, ha concluso la serata con una sintetica quanto efficace panoramica del dibattito che si è aperto nel Paese, sottolineando il carattere anticlericale di molti interventi e la cattiva, e a volte falsa, informazione che su questi argomenti si sta facendo. Maria Rita ValliLa manifestazione organizzata dal comitato Scienza & Vita di Perugia e che si è tenuta al centro congressi ‘A. Capitini’ è stata pensata come momento di informazione per i cattolici e per tutti coloro che volevano approfondire la conoscenza delle ragioni dell’astensione. Gli interventi hanno voluto illustrare come, da un lato, si debba parlare fin dal primo momento del concepimento del costituirsi di una nuova realtà, l’embrione, che appartiene a pieno titolo alla specie umana. Questa appartenenza è garantita dall’apparire di un nuovo irripetibile codice genetico. Dall’altra di riaffermare come, ad oggi non esista nessun protocollo di cura che abbia come soggetto le cellule staminali di natura embrionale e che, al contrario esistono numerose patologie (58) che sono felicemente trattate con le staminali adulte. Dal dato scientifico alcune considerazioni etiche: l’embrione è uno di noi per il quale vale la regola morale che afferma il divieto di ridurre l’uomo a mezzo delle proprie azioni. L’uomo è sempre un fine, pertanto non è umano uccidere l’embrione per trattamenti di ricerca anche se fossero coronati da successo, cosa che ad oggi non accade, né ci sono ragionevoli speranze per un futuro prossimo. L’evidenza della vita umana da rispettare nel suo diritto fondamentale di svilupparsi è coniugata con il rifiuto di pensare ad un figlio come ad un diritto al quale si debba accedere. Anche qui, nessuno ha diritto ad un altro uomo, perché la persona può solamente essere soggetto di dono. Per queste motivazioni fondamentali che non hanno nessuna attinenza con la fede, ma semmai con la ragione umana, il Comitato invita all’astensione in quanto tale scelta si configura come altamente etica. Questa legge in discussione pur non essendo cattolica perché permette ciò che ai cattolici non piace, va tuttavia difesa perché si tratta di difendere la frontiera minima intransitabile della tutela della vita umana. Astenersi inoltre ha il significato del rifiuto di un uso del referendum che cerca di mettere ai voti a colpi di maggioranze, sovente disinformate sui termini reali della questione, lo stesso diritto fondamentale alla vita, un tentativo di affermare arbitrariamente se l’essere umano esista oppure no. A questo la ragione etica non può che opporre una ferma resistenza.

AUTORE: Roberta Vinerba