La parola chiave per comprendere le linee guida scaturite dall’Assemblea diocesana (11 e 12 settembre) è ‘Missione’. La solenne riunione si è svolta alla Domus Pacis. Dopo gli anni dedicati alla Conversione, alla Comunione, non poteva che seguire che l’anno, o meglio gli anni – come ha precisato nella sua relazione mons. Domenico Sorrentino – dedicati all’annuncio più capillare possibile del Verbo. Il disegno di queste giornate è linearmente rappresentabile come un cammino che parte da Paolo di Tarso, con la sua sofferta adesione al cristianesimo e la esplicazione del suo grande carisma di predicatore, passa per la scoperta della povertà come intima adesione al Cristo di Francesco, e il susseguente e quasi immediato movimento di annuncio del Cristo da parte di tutti i suoi confratelli nel segno della letizia, ma anche della severità del poverello di Assisi; per finire con la recente esperienza dei giovani di don Andrea Brugnoli che, adattando l’annuncio cristiano a linguaggio e modalità dei nostri tempi, hanno riavvicinato 100 mila giovani alla Chiesa. Non a caso Giovanni Paolo II il 18 agosto 2000 a Torvergata indicò nei giovani gli evangelizzatori del terzo millennio, coniando la suggestiva espressione: ‘Sentinelle del mattino’. Nella seconda giornata l’attesa relazione del Vescovo confermava ed amplificava quanto già espresso durante la prima. La condizione della missione è connaturata al cristiano sin dal battesimo, e ciò ci è storicamente ricordato dai Vangeli, da Paolo e da Francesco. Nella società contemporanea affetta da relativismo e secolarizzazione, ignoranza delle proprie origini, cultura e tradizione non possiamo far a meno – raccomandava mons. Sorrentino – di far uso di tutti gli strumenti per ristabilire la verità, e cioè che Gesù è il Figlio dell’uomo venuto a portarci il lieto messaggio. Ciò comporta un percorso di missione che va intensamente vissuto all’interno della nostra diocesi con strumenti, predisposti dal suo Vescovo, vecchi e nuovi ma tutti scolpiti nell’icona del Crocefisso di San Damiano, e particolarmente nelle mani e negli arti martoriati che invitano le nostre mani ed i nostri piedi a farsi portatori della fede in Dio Padre nel cuore e nella mente. La Missione si costruirà anche con il concreto aiuto alle popolazioni di indios che vivono sul fiume Javarì in Brasile. Il progetto di ausilio concreto è stato indicato al Vescovo dai frati Cappucini, dietro sua richiesta di dare un segno tangibile della Missione che la diocesi vuole portare a tutti i credenti. Dalla relazione del Vescovo: i testi ispiratori e i momenti formativi offerti per i prossimi due anni pastoraliDenso di contenuti e foriero di nuovi orizzonti programmatici l’intervento del Vescovo all’Assemblea diocesana. Ne presentiamo qui una sintesi, per approfondirne poi, nelle prossime settimane, alcuni aspetti a confronto diretto con gli operatori pastorali. Mons. Sorrentino ha richiamato l’attenzione sulla necessità di annunciare l’Evangelo, la buona novella, nel contesto odierno in cui la Chiesa si trova ad operare, laddove la società tutta è investita da una molteplicità e complessità di messaggi e di informazioni per la razionalizzazione e rielaborazione dei quali sembra non poter più disporre di alcun tempo. Sull’eco delle parole di Giovanni Paolo II, il Vescovo ha sollecitato la comunità ad assumere coscienza e coraggio necessari per entrare nel tempo della nuova evangelizzazione. Icona di riferimento, in questo cammino, sono le mani ed i piedi del Crocifisso di San Damiano, perché ‘Gesù cammina sulle strade del mondo nella misura in cui noi gli prestiamo i nostri piedi’. Tre i testi ispiratori del nuovo orizzonte d’azione: il mandato missionario di Gesù agli apostoli (Lc 10,1-11) che sperimentano, in piena povertà di mezzi, la ‘scuola della missione’; il discorso di Paolo all’Areòpago che permette all’apostolo di svelare in Cristo il volto del Dio ignoto; lo slancio missionario di Francesco, che invia i suoi primi otto compagni ad annunciare il Cristo. Il piano pastorale, ideato con valenza biennale, propone nella missione il suo primario obiettivo, sottolineandone la valenza kerigmatica: dare vigoroso annuncio e testimonianza concreta di Gesù, nostro Dio e salvatore, morto e risorto per la nostra redenzione. Il metodo d’attuazione prevede il consolidamento delle buone pratiche già presenti nella diocesi, accanto ad alcune iniziative volte al raggiungimento di quanti sono estranei alla vita parrocchiale. Tra i momenti formativi: la lectio divina settimanale in parrocchia sui testi della domenica; i centri d’ascolto sulla Prima lettera ai Corinzi; i mini-corsi (circa 4 incontri) di Cristologia fondamentale. Nell’ottica di potenziare le opportunità presenti, nei santuari si offriranno sussidi sul mistero di Cristo; si valorizzerà la preghiera del rosario come percorso cristologico-kerigmatico, nonché il momento della benedizione pasquale alle famiglie.
Un anno per la missione
DIOCESI. Le linee programmatiche (per tutti) emerse dall'Assemblea
AUTORE:
Elena Lovascio - Roberto Ridolfi