Erano le ore 14.30 del 14 marzo 2006 quando a Perugia, come in tutta Italia, le lunghe file davanti agli uffici postali iniziarono a scorrere, dopo un’interminabile ed estenuante attesa iniziata fin dal giorno precedente, che proseguì per tutta la notte, una notte passata davvero all’addiaccio. Centinaia di migliaia di persone, italiane e straniere, in fila per presentare la domanda di assunzione con cui si sarebbe regolarizzata la posizione degli immigrati. A distanza di un anno, molti dei titolari delle 170 mila domande accolte sono ancora in attesa del nulla-osta per il lavoro, a causa di ritardi burocratici che il decreto flussi non aveva previsto. ‘A sentirsi beffate – sostengono gli operatori del Centro di ascolto diocesano della Caritas perugina – sono le tante persone che abbiamo seguito dal momento della compilazione del kit della domanda a quello della presentazione dello stesso all’ufficio postale. Sono persone che continuano a lavorare in nero e che attendono ancora di poter essere messe in regola. Coloro che hanno ricevuto il nulla-osta sono dovuti rimpatriare, perché lo imponeva lo stesso decreto flussi, con tutte le gravi conseguenze di natura economica, e non solo, che hanno dovuto affrontare’. Una giovane donna della Costa d’Avorio, raccontano, è tornata nel proprio Paese ma ha dovuto lasciare il suo bambino di tre anni a Perugia. La Caritas si è occupata del suo caso, attivandosi per l’affido temporaneo del bambino presso una famiglia. Questa donna ha avuto il visto d’ingresso dalla nostra Ambasciata solo pochi giorni fa, e lo scorso fine settimana ha potuto riabbracciare il suo piccolo. Ciò che di positivo è emerso dall’esperienza del 14 marzo 2006 è la prova che gli immigrati hanno un grande desiderio di legalità. Anche gli italiani, in molti casi datori di lavoro, hanno fatto la loro parte nel fare la fila per il loro lavoratore che nel frattempo era dovuto ritornate in patria. Sulla difficile situazione del 14 marzo di un anno fa davanti agli uffici postali è il caso ricordare anche l’intervento dell’arcivescovo di Perugia mons. Giuseppe Chiaretti, che ‘conquistò’ la ribalta delle cronache nazionali per essere stato molto apprezzato dall’allora segretario del Prc Fausto Bertinotti, oggi presidente della Camera dei deputati. Il presule si rivolse alle parrocchie più vicine agli uffici postali spiegando loro cosa stava accadendo, affinché si prodigassero per assistere al meglio la gente che avrebbe trascorso la notte per strada. Un appello accolto, e che non si è limitato alla sola distribuzione di bevande e pasti caldi e coperte per ripararsi dal freddo, ma soprattutto nel dare il cambio alle persone in fila da diverse ore.
Un anno fa quelle code-beffa
Immigrazione. 14 marzo 2006, migliaia di immigrati davanti agli uffici postali, e poi...
AUTORE:
Riccardo Liguori