È stato un viaggio proficuo, con momenti anche commoventi, nel rivedere volti e luoghi che si conoscono da circa un decennio – cioè da quando, nel 1999, in Kosovo finì la guerra e giunsero i primi volontari dall’Umbria per stare acconto alle vittime dell’odio e della miseria, senza badare all’etnia e alla religione di appartenenza. Una presenza ritenuta importante dagli stessi kosovari, perché li ha aiutati concretamente a riconciliarsi tra loro. È in sintesi il ‘bilancio’ della recente visita in Kosovo della Delegazione regionale della Caritas Umbria guidata dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana, delegato Ceu per il servizio della carità, e da mons. Giovanni Scanavino, vescovo di Orvieto-Todi. Tra i membri della Delegazione il neo delegato regionale Marcello Rinaldi, don Lucio Gatti, direttore della Caritas di Perugia-Città della Pieve, e Giocondo Leonardi, direttore della Caritas di Assisi-Nocera-Gualdo. ‘Abbiamo visitato un Paese in festa per la sua indipendenza – commenta mons. Fontana – ma la situazione è ancora di effettiva sofferenza e povertà. Sono in molti ad adoperarsi affinché il Kosovo torni alla ‘normalità’, ad iniziare dai contingenti di pace messi in campo dalla Nato. Anche le nostre otto Chiese sorelle, con segni efficaci di carità, contribuiscono ad alleviare una situazione ancora difficile. Per questo è indispensabile proseguire la nostra missione, cioè stare accanto alle persone più fragili e indifese, i minori e le famiglie in difficoltà. Ed è quello che abbiamo constatato con la nostra visita’. È stato lo stesso mons. Fontana nel corso dei lavori dell’ultima riunione della Conferenza episcopale umbra, presieduta dall’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, a relazionare sullo stato della missione in Kosovo. I vescovi, dopo essere stati ragguagliati, si sono espressi a favore del prosieguo dell’impegno della Caritas umbra, concentrando la sua azione non solo sul fronte umanitario, ma anche a livello pastorale e pedagogico. Il recente viaggio ha portato la Delegazione Caritas ad incontrare il nuovo amministratore apostolico di Prizren (la capitale culturale e storica del Kosovo), il vescovo mons. Dod Gjergji. Il presule kosovaro ha espresso la sua gratitudine per l’opera svolta dalle otto Chiese della terra dei santi patroni d’Italia e d’Europa, auspicando il suo prosieguo e collaborazione con la stessa Chiesa locale. Il delegato regionale Caritas Umbria, Marcello Rinaldi, ricorda che ‘il viaggio ha rinvigorito anche la collaborazione con altre realtà italiane presenti nel Paese balcanico, ad iniziare dal contingente militare di pace’. Soprattutto ‘la nostra breve ma proficua visita è stata dedicata alla realtà del campo-missione Caritas di Radulac; realtà attiva dal 1999 per la presenza costante di nostri operatori e volontari, che accoglie una sessantina di persone, in particolare 38 minori sia affidati da assistenti sociali, perché abbandonati, sia portati dalle loro famiglie, perché non in grado di accudirli’.Il viaggio della Delegazione è stato anche occasione per verificare sul campo il progetto di un nuovo complesso edilizio per ospitare le persone attualmente accolte nella missione Caritas di Radulac.
Un abbraccio da Radulac
Caritas Umbria. Resoconto sul recente viaggio compiuto in Kosovo della Delegazione guidata da mons. Riccardo Fontana
AUTORE:
Riccardo Liguori