Meno furti e meno rapine, ma aumentano le denunce per usura e estorsione. Per il vice presidente della Regione, Fabio Paparelli, è un “campanello di allarme” sul rischio di infiltrazioni mafiose “L’Umbria era e rimane una regione sicura” ha detto Paparelli illustrando il rapporto Criminalità e sicurezza in Umbria del dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Perugia. Il numero dei reati denunciati è in costante diminuzione. Meno rapine, meno furti, meno reati legati al traffico di stupefacenti.
Tutto bene dunque? No, perché aumentano segnali e preoccupazioni per l’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale di una regione che sicuramente rimane più tranquilla di tante altre realtà del nostro Paese. Tra il 2013 e il 2016 le denunce per estorsione e usura sono aumentate rispettivamente del 175 per cento e del 267 per cento. Una crescita – ha detto Paparelli – ben superiore alla media nazionale per reati che sono “indice, diretto o indiretto dell’azione di organizzazioni criminali che si muovono con l’obiettivo principale del controllo del territorio. Un fenomeno inquietante – ha osservato ancora il vice presidente della Regione – che, oltre a evidenziare un legame con situazioni di difficoltà ascrivibili, ad esempio, ai debiti di gioco o a sofferenze finanziarie o commerciali di alcune imprese, non può che essere un campanello di allarme anche circa l’ipotesi di infiltrazioni mafiose dedite a queste pratiche. Davanti a queste ipotesi – prosegue Paparelli – le istituzioni devono decisamente alzare il livello di guardia mettendo in campo azioni di prevenzione contrasto. Alla politica quindi spetta il compito di creare le condizioni perché si mettano in campo le azioni più adeguate a consolidare i risultati positivi e che, allo stesso tempo, diano risposte a queste emergenze. In proposito la Giunta regionale sarà pronta a fare la propria parte”.
Nell’insieme però – è bene sottolinearlo – il quadro della sicurezza in Umbria è positivo. Questo almeno dicono i numeri, anche se non sempre coincidono con la percezione dei cittadini. I furti, uno dei reati che maggiormente preoccupano la gente comune, sono diminuti del 12,5 per cento rispetto al 2010, con un calo significativo proprio negli ultimi anni. Così come diminuiscono le rapine e i reati legati al mondo della droga. Anche per reati più gravi, come gli omicidi, le denunce si sono quasi dimezzate: erano state 25 nel 2010, mentre sono stati 14 nel 2016. “Un trend chiarissimo – ha sottolineato Paparelli – per un territorio che, grazie all’attività delle istituzioni inquirenti e delle forze dell’ordine, ha saputo rispondere positivamente alle azioni di contrasto contro la criminalità”.