Non si finirà mai di parlare in bene e in male della televisione. È diventata una presenza così massiccia e continuativa, così penetrante e pervasiva che non lascia scoperto alcun angolo della società e non trascura alcun argomento che possa destare curiosità e interesse. È inutile e persino banale dire che la televisione è tra le cose più meravigliose che il genio umano abbia inventato e che ha rivoluzionato la comunicazione umana riuscendo a raccogliere l’umanità come una sola famiglia attorno al fuoco a raccontarsi storie comuni. Non serve fare esempi che tutti abbiamo davanti agli occhi per apprezzare questo mirabile strumento presente nelle nostre case. Ma proprio per questo apprezzamento e per questo inestimabile valore che la televisione rappresenta per la attuale storia umana, persino per le sorti della pace e della guerra, e per il suo potere evocativo e formativo, è necessario educarsi e educare all’uso corretto delle sue multiformi possibilità. Lo ha recentemente ricordato Giovanni Paolo II (vedi articolo a p. 3) nel solco della tradizionale opera della Chiesa cattolica a sostegno della comunicazione sociale, della sua positiva valorizzazione sia per come è fatta, per i suoi contenuti, le immagini, i valori che trasmette, l’uso che se ne fa. Purtroppo si va diffondendo sempre più nel mondo un modo improprio e sciagurato di produrre programmi televisivi tali da provocare le ire dei parlamentari americani che hanno approvato una severa legge contro chi trasmette immagini oscene e viola la legge della decenza. Un voto quasi unanime (389 a favore e solo 38 contrari). I dettagli della legge non li conosciamo, ma ci sembra importante constatare l’allarme sociale che si sta diffondendo (si ricordi l’ammonimento di K. Popper di esigere la patente per chi fa televisione) nelle nostre società giunte ormai senza ombra di dubbio alla consapevolezza degli enormi danni psicologici e sociali che determinate trasmissioni possono arrecare a persone giovani e non mature. Più vicino a noi troviamo persone preoccupate oltre che per il danno maggiore della mala educazione televisiva provocata da trasmissioni indecenti e violente, anche e più ancora per il pericolo che la televisione diventi talmente pervasiva da entrare nella vita delle persone, soprattutto dei bambini come un ‘ospite assai ingombrante’ come lo ha definito il cardinale Ennio Antonelli, arcivescovo di Firenze nella lettera pastorale che ha rivolto ai fedeli, che porta il titolo ‘La Tv in famiglia’, invitandoli a considerare quanto siano condizionati (schiavi) della tv. Secondo un medico tedesco il televisore fa male anche alla salute fisica e può contribuire all’insorgenza di molte malattie, soprattutto se si sta per ore in poltrona davanti al video, con birra e patatine o biscotti e sigarette. E alla diagnosi medica si aggiunge quella socio culturale di Umberto Eco che parla di ‘carnevalizzazione della vita’ attraverso la televisione rimpiangendo il tempo in cui al carnevale succedeva la quaresima, mentre oggi dura per 365 giorni l’anno.
Tv. Basta con la spazzatura!
AUTORE:
Elio Bromuri