Sono stati due giorni vivaci, non noiosi, quelli trascorsi dai sacerdoti della diocesi nella casa dei padri. Dehoniani a Vitorchiano. Un’ambiente tra il verde delle colline viterbesi, in un luogo adatto per riflettere e parlare insieme che ha aiutato lo svolgersi dell’intenso momento comunitario. Il primo giorno, dopo una solenne liturgia delle ore in Cappella, si è trattato un primo argomento “scottante”, le vocazioni sacerdotali nella nostra comunità. L’introduzione a tre voci è stata svolta con bravura da mons. Piergiorgio Brodoloni, don Adolfo Bettini e don Luca Andreani. Partendo dalla situazione della nostra comunità cristiana (da qualcuno definita “sterile” per quanto riguarda le vocazioni), ognuno ha dato un prezioso contributo dal suo punto di vista. Il confronto, orientato in questa prima parte della giornata specialmente sulla vocazione al sacerdozio ministeriale, è stato vivo e partecipato. Ai preti interessa parlare dei futuri preti. Il problema delle vocazioni sacerdotali invita a esaminare la vita quotidiana dei preti, la loro esemplarità, ma anche la vita dei giovani di oggi, i loro ideali, l’esperienza di fede, la possibilità o capacità di impegnarsi per la vita in un servizio così affascinante ed esclusivo. Nel pomeriggio la riflessione sul ministero dei diaconi nella nostra chiesa diocesana. Ad aprire il discorso è toccato a mons. Sandro Sciaboletta e al diacono Bruno Andreoli. Il diacono, presente nella Chiesa dei primi tempi, è tornato ad essere presente tra noi dopo l’ultimo Concilio. Don Sandro ha presentato l’iter storico del diaconato, ma anche l’identità del diacono oggi. La partecipata discussione ha sottolineato l’importanza del diaconato e l’indispensabile cammino formativo per i futuri diaconi, se vogliono essere idonei a servire la Chiesa di oggi. Tra noi c’è un gruppo nutrito di diaconi: a loro il ringraziamento di tutta la comunità per il positivo servizio e una amichevole riflessione per un passo in avanti che aiuti il loro cammino. Il centro dell’Assemblea non poteva che essere lo studio sulla vita del prete oggi. L’argomento è stato introdotto magistralmente dal nostro vescovo mons. Paglia. L’analisi della situazione del mondo di oggi, la dottrina del Concilio, i grandi richiami alla spiritualità e alla concretezza dei problemi insieme alla personale esperienza del Vescovo i punti di riferimento. Subito, e non poteva non essere che così, il dibattito è diventato scoppiettante. Ognuno era chiamato a confrontarsi. Sono emerse con chiarezza le necessità della comunità e le esigenze di ciascuno, i voli in alto dei grandi ideali e i ritorni in basso dei propri limiti. Si è visto un presbiterio vario per età, impostazioni, sensibilità, ma unito nel cercare, quasi con accanimento, le vie migliori per essere al servizio della comunità con tutto se stesso. Lo spettacolo è stato davvero bello: si poteva mettere in discussione tutto ma non l’amore alla Chiesa, a questa nostra chiesa di Terni-Narni-Amelia amata con intensità e accenti di autentica delicatezza da ognuno. E quando alla fine il Vescovo richiamava proprio l’amore alla Chiesa metteva l’accento sull’attenzione (“l’amore è attento”) come capacità di prendere sul serio ogni persona e situazione perché tutta la comunità cresca.
Trovare la via migliore per essere al servizio della comunità
Assemblea del clero: un confronto sentito e acceso
AUTORE:
d.a.m.