‘Catechesi e nuovi linguaggi’, il tema del convegno annuale dei catechisti, organizzato dall’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia per gli oltre 400 membri, che si è svolto tra sabato e domenica scorsi. Ancora una volta, il coordinamento è stato affidato a don Roberto Giannatelli, professore dell’Università Pontifica Salesiana e presidente Med. L’introduzione di mons. Fontana, l’arcivescovo, è stata, come sempre accade, forte ed incisiva. Ha ricordato come, per fare il catechista, sia necessario nutrirsi della Parola di Dio, dare spazio a Colui che parla. ‘La formazione ‘ ha detto ‘ si fa con la meditazione quotidiana. Bisogna ‘scendere dentro”. Mons. Fontana ha poi distinto, secondo quanto stabilito dai documenti post-sinodali, la catechesi ordinaria (quella che, cioè, va dalla nascita alla morte di ogni persona) da quella di iniziazione (strettamente riferita alla mansione in oggetto), che riguarda i ragazzi, gli adulti ed i diversamente abili. ‘Chi è il soggetto della catechesi ordinaria? ‘ ha chiesto, rispondendo subito dopo ‘ La Chiesa. E a chi si rivolge? Alla Chiesa stessa’. Ha, poi, insistito sulla ‘personalizzazione’ di ogni forma di catechesi, prima di esporre i tre percorsi che costituiscono la ‘nuova’ catechesi. L’Arcivescovo, non solo sabato ma anche durante l’omelia della domenica del Mandato, ha invitato i neo-cresimati ad aiutare nell’iniziazione dei più piccoli, per riuscire a confrontarsi meglio sotto il punto di vista del linguaggio. Proprio il ‘linguaggio’ è ciò che sta alla base degli ultimi seminari, tra cui questo, che si sono svolti per i catechisti in diocesi. Per riuscire ad ottenere lo scopo è necessario sintonizzarsi sulla stessa frequenza. ‘Noi ‘ ha detto don Giannatelli ‘ ci interessiamo di ‘comunicazione’. Quindi, ciò che dobbiamo dire, lo dobbiamo fare con i linguaggi, che significano ricchezza, risorsa con e per i ragazzi’. Infatti, sulle diverse forme di linguaggio sono stati impostati i sei gruppi di lavoro: dalla musica alla multimedialità, all’arte’ Il prof. Giannatelli, nell’apertura del convegno si è poi soffermato sulla figura del catechista-comunicatore, che è stato anche definito come ‘un esperto della retorica’. Probabilmente, la chiave di tutto il convegno, ma anche dell’intero rinnovamento si trova nelle parole di don Roberto, all’apertura: ‘Dobbiamo aver bene in testa che il catechista non è una libera professione ma una ‘vocazione”. Piccole note sul rinnovamentoDa quest’anno, la catechesi di iniziazione per i ragazzi sarà impostata secondo il nuovo metodo. Tre i percorsi: ‘ racconto delle meraviglie di Dio (mistero dell’Acqua) ‘ comunione intima con Dio’ conoscere il senso fondamentale dell’Eucaristia, lo Spirito prende il ragazzo nel profondo dalla comunione con Cristo a quella con la Chiesa. Anche gli incontri non sono più molti ma chiari e mirati. Nell’iniziazione dei più piccoli non possono mancare: il gioco, il canto, il racconto, l’ambientazione.
Tre percorsi per una ‘nuova’ catechesi diocesana
Oltre 400 catechisti hanno ricevuto il 'mandato' per portare la Parola di Dio
AUTORE:
Eleonora Rizzi