“Il parental control è l’alibi perfetto per le forze politiche e per le grandi lobby dell’industria culturale per scaricare sulle spalle delle famiglie tutte le responsabilità sull’accesso dei minori a trasmissioni nocive, anche in pieno giorno o in prima serata. Addio principio di responsabilità da parte di chi legifera, di chi produce e di chi trasmette. È questo il dato culturale di fondo che deve preoccupare: questo lavarsi le mani, come Ponzio Pilato, dinanzi alle preoccupazioni di esporre i minori a contenuti inadatti. È la vittoria del ‘vietato vietare’ che noi tutti speravamo avesse lasciato il campo ad atteggiamenti e scelte di consapevole corresponsabilità”.
È il commento di Domenico Delle Foglie, presidente del Copercom (Coordinamento delle associazioni per la comunicazione al quale aderiscono 29 sigle nazionali), alle nuove norme sulla televisione e i minori pubblicate sulla Gazzetta ufficiale. Tra le novità introdotte, una norma del decreto potrebbe consentire di trasmettere programmi preclusi ai minori in orario diurno purché con “qualsiasi accorgimento tecnico”, ovvero grazie all’impiego del parental control (controllo affidato ai genitori).
Secondo Delle Foglie, “lasciare sole le famiglie in questo lavoro educativo è davvero miope, perché non considera le difficoltà dei genitori nel dover letteralmente tampinare i propri figli, spesso soli dinanzi alla tv. Inoltre presume una preparazione specifica delle famiglie, che dovrebbero ogni santo giorno informarsi sui programmi previsti, neanche avessero a disposizione un tutor alla Aldo Grasso”.
E Davide Guarneri, presidente dell’Age (Associazione italiana genitori), commenta: “I figli non sono un ‘bene di proprietà’ dei genitori. Non ci si rende conto che i minori sono il patrimonio di un Paese, e tutelarli significa guardare al futuro dell’Italia. C’è una cecità assoluta. I genitori tutelano i cittadini, l’equilibrio e la serenità di una nazione. La classe politica, indifferente su questi temi per la pressione dei poteri forti, dovrebbe riflettere”.
Da parte sua Andrea Melodia, presidente dell’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana), ricorda che “queste normative sui divieti ai minori riguardano i film del circuito cinematografico e non contemplano il resto: fiction televisiva, film tv e tutti gli altri prodotti audiovisivi che sono ormai la grande maggioranza delle trasmissioni”. Si tratta di “normative vecchie, inadeguate”.
Cosa prevede la nuova normativa
Il decreto legislativo del Governo modifica il “Testo unico” dei servizi di media audiovisivi e radiofonici e introduce nuove norme riguardanti la tutela dei minori nelle trasmissioni televisive. Tra le novità introdotte, il divieto assoluto delle trasmissioni che possono nuocere gravemente allo sviluppo fisico, psichico o morale dei minori finora ammesse in orario notturno (ore 23-7) e l’obbligo del bollino rosso sullo schermo per l’intera durata del programma; i film pornografici o violenti, inoltre, non potranno essere messi in onda neppure di notte ma soltanto nei canali a pagamento. La norma del decreto che viene contestata è quella che consente la trasmissione di qualsiasi programma anche in orario diurno, purché con “qualsiasi accorgimento tecnico”.