Tv d’estate, tra uno sbadiglio e l’altro. ‘Fortuna – mi dicevo – che c’è Riccò al Tour de France!’. ‘C’è’? C’era: l’hanno beccato. ‘Tour’ vuol dire ‘giro’ o ‘presa in giro’? Amarognola, eh!E allora stasera, tra uno sbadiglio e l’altro, mi becco la trasmissione di Alda D’Eusanio, titolo: Ricominciare. È sorprendente come questa operatrice di quella grande lavanderia che chiamano ‘tv d’attualità’ riesca ad appiattire verso il basso tutte le storie che racconta, da quella del calciatore che ha perso un braccio in un incidente stradale e sta tirandosi su con le unghie e coi denti per tornare a giocare, a quella del compagno di vita di Gianni Versace, che in tutto il tempo che gli viene concesso riesce a non dire assolutamente nulla. Ma stasera l’appiattimento verso il basso risulta difficile, non solo perché ad un’estremità delle filiera c’è Milingo (e più in basso di così!…), ma soprattutto perché all’altra estremità c’è Lola Falana. Anni ’80. ‘Dài, andiamo a Roma! Guarda che lui i miracoli li fa sul serio! Mio cugino ne ha avuti due!’. In blister o sciolti? ‘Dài, non fare lo stupido, andiamo! Milingo caccia i demoni, cancella le ipocondrie, riconcilia le ragazze anoressiche con la pastasciutta’. Non andai. Ma da allora quante volte l’abbiamo visto in tv?! Anche stasera è lì, con al fianco la sua bonza, ancora vestito da vescovo, ad inanellare delikatessen assortite.Chi non avevamo più visto è Lola Falana. Allora, negli anni ’80, Lola era la soubrette più ammirata della tv. Era tutta per lei la passione dei sessantenni, che fino ai 60 non la finiscono mai di parlare di donne, e dopo i 60 non la smettono mai di parlare di prostata. Ricordo un sabato sera, entrando nel bar di San Martino, per il solito ‘caffè con lo schizzo’; Lola Falana ballava in tv e Sergio dell’Orcona si produceva in un peana di classica fattura, se non fosse stato per la pesantezza degli aggettivi che lo guarnivano; mi vide; appena un momento d’imbarazzo non dovuto, poi si strinse nelle spalle: ‘Reverendo mio, è come’ come ‘na messa cantata!’.Stasera Lola parla in tv. Una voce sottilissima, ma ferma. Una bellezza di strepitosa modestia. Senza lacrime. Racconta in un linguaggio piano, affettuoso, come ha vissuto questi ultimi 21 anni, da quando nel 1987 la colpì la sclerosi multipla. Quando Alda le chiede di sintetizzare il travaglio di questi 21 anni, lei dice: ‘Mi sono arresa a Dio’. Oh Signore! Come quando le Paoline pubblicarono in italiano la prima antologia degli scritti di Dietrich Bonhoeffer: il grande e sfortunato Alberto Gallas l’intitolò Resistenza e resa. Quanto più ci si è arresi a Dio, tanto più si riesce a resistere alle dittature, quella di Hitler ieri, quella di Sua Maestà la Banalità oggi. Oh Signore! Sii benedetto, perché i piccoli ai quali hai voluto rivelare ‘queste cose’ li hai disseminati in ogni angolo della vita.
Tra uno sbadiglio e l’altro
AUTORE:
Angelo Maria Fanucci