Tornano i tempi d’oro al Festival di Spoleto

Soddisfazione di tutti - o quasi - per la seconda edizione targata Ferrara

Il Festival di Spoleto è ripartito. Nella 52a edizione in corso, seconda della gestione Giorgio Ferrara, la creatura dall’indimenticato maestro Giancarlo Menotti si è rialzata ed è tornata alla ribalta internazionale. Teatri gremiti, spettacoli di alta qualità, ospiti famosi. Le strade del centro storico di Spoleto, in particolare nei fine settimana, sono tornate a popolarsi di gente. Telegiornali e quotidiani nazionali stanno dedicando ampi servizi al Festival. Dopo anni si è rivista una regia-mobile della Rai in città. Molte opere sono in prima assoluta italiana. Si è dato molto spazio a giovani artisti emergenti, come nella migliore tradizione festivaliera. Il Festival quest’anno è tornato anche a produrre: il Mozart di Sacha Guitry è stato riadattato proprio per la manifestazione spoletina dal regista, scenografo e costumista Pier Luigi Pizzi. Ora andrà nei maggiori teatri europei col marchio SpoletoFestival. Anche i prezzi degli spettacoli sono accessibili. Molti i giovani che si sono avvicinati all’opera e alla danza. Un bel segnale. ‘L’aria che si respira – afferma il sindaco Daniele Benedetti – è quella del Festival di venti anni fa, della mondanità, ma anche della qualità culturale. La gente se ne è accorta, anche i tanti venuti dall’estero. Vedere corso Mazzini arredato con tavoli e sedie e molta gente che si siede, parla, legge libri e suona fa ben sperare sul fatto che Spoleto torni al centro del mondo culturale’. Certo, la strada da percorre è ancora lunga. Le critiche non sono mancate e ce ne saranno di nuove. Del resto Giorgio Ferrara si è preso cinque anni per rilanciare completamente il Festival. Comunque ci piace vedere il bicchiere mezzo pieno. Commercianti e albergatori sono contenti di questo rilancio. Spartaco Grilli, ristoratore di piazza Duomo, parla di ottimi risultati: ‘La piazza è movimentata, la gente viene, sono soddisfatto’. I nostalgici dell’era d’oro di Giancarlo Menotti ci sono. A tutti piacerebbe vedere le strade piene di bancarelle artigiane, assaporare odori di culture diverse, gongolarsi sulla presenza stabile di turisti. I tempi sono cambiati. La gente non sta più quindici giorni fissa a Spoleto. Il passato è stato glorioso; non possiamo, però, non credere nel futuro, che inevitabilmente sarà diverso. Le basi sono state gettate, il Festival non è morto e di questo, come spoletini, dobbiamo essere orgogliosi e smettercela di piangerci addosso.

AUTORE: Francesco Carlini