Todi accoglie i rifugiati

Comune e Caritas in prima linea per accogliere i richiedenti asilo

Perseguitati, fuggono dai propri Paesi. A frotte, a causa soprattutto delle guerre ‘locali’, quelle dove l’Occidente invia le sue missioni militari di pace, con alterne fortune. Possono avere subito torture, stupri, violenze fisiche e psicologiche di ogni genere. Cercano una cosa sola: una vita normale. In Umbria hanno trovato rifugio in quella che, anni fa, gli americani definirono la città più vivibile del mondo: Todi. Nel 2001, il Comune di Todi entrò a far parte del Programma nazionale asilo, poi evolutosi nel 2003 nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. La gestione del centro tudertino per richiedenti asilo e rifugiati è affidata alla Caritas diocesana di Orvieto-Todi, il cui direttore è Marcello Rinaldi, a capo del progetto umanitario Todi – Centro accoglienza. ‘Specie in passato – afferma – c’era una notevole presenza di afgani dell’etnia minoritaria hazara. È a partire dai primi mesi del 2004, con il migliorare della situazione in Afghanistan e la conseguente diminuzione di afflussi da quel Paese, che da noi è cresciuta la componente africana, in particolare della fascia equatoriale dell’Africa: Etiopia, Eritrea, Sudan, Togo, Benin e Liberia’. A collaborare con il Comune di Todi e la Caritas diocesana di Orvieto-Todi sono l’istituto ‘Artigianelli Crispolti’ di Todi (Ipab fondata nel 1947), l’istituto scolastico comprensivo di Massa Martana, un gruppo di imprese artigianali tudertine per l’integrazione lavorativa degli stranieri, la Asl 2 per il sostegno psicologico e la medicina di base e specialistica, le cooperative sociali Artesi, Solco e San Martino e le associazioni di volontariato Biancospino e Anca. Il progetto Todi – Centro accoglienza si avvale di strutture di accoglienza di diverse tipologie: un centro collettivo per singoli uomini, gestito dall’istituto ‘Artigianelli Crispolti’ (15 posti); un centro d’accoglienza per le emergenze (15 posti); degli spazi comuni per la mensa e la socializzazione; un campo di calcetto per attività sportive; uno ‘sportello asilo’ aperto al pubblico tutti i giorni. Responsabile del servizio a favore dei rifugiati e dei richiedenti asilo è Claudia Sbernicchia, coadiuvata da altri tre operatori. Dal 2001 al luglio 2006 hanno accolto 53 persone (età media: 25 anni), di cui 32 dal solo Afghanistan. Per lavorare tre di loro si sono allontanati dall’Umbria, mentre ben 26 hanno una stabile occupazione a Todi. La permanenza nel centro va da sei mesi ad un anno. ‘Dei 53 beneficiari – afferma Sbernicchia – il 67 per cento ha ottenuto un permesso di soggiorno rilasciato per motivi umanitari. Del 20 per cento che ha invece avuto un diniego senza raccomandazione alla questura, c’è chi ha scelto di tornare in patria, chi ha lasciato l’Italia per altri Paesi europei e chi ha avviato un ricorso legale presso la magistratura ordinaria. Il 13 per cento ha ottenuto lo status di rifugiato. La quasi totalità di tutti coloro cui è stato concesso lo status di rifugiato – conclude Bernicchia – sono africani, crediamo per l’impossibilità degli afgani di ottenere documenti comprovanti le persecuzioni subite in passato’.

AUTORE: Paolo Giovannelli