Nelle chiese di Terni si è pregato per i lavoratori e per la difficile situazione dell’Acciaieria. L’invito era stato rivolto dal vescovo Giuseppe Piemontese “alla comunità cristiana, soprattutto i bambini, i malati, le monache di clausura, a pregare lo Spirito santo perché illumini tutti i soggetti coinvolti, susciti la speranza, aiuti a sperimentare la provvidenza di Dio Padre”.
A seguito delle notizie preoccupanti per le prospettive lavorative ed economiche di Terni, il Vescovo e tutta la comunità cristiana della diocesi hanno espresso la loro solidarietà e vicinanza ai lavoratori, oltre che a tutti i lavoratori di altre aziende che rischiano il posto di lavoro.
“Consapevoli che non vi sono soluzioni univoche ai problemi – ha detto il Vescovo nel suo intervento – invitiamo la Proprietà a riconsiderare il piano industriale nella prospettiva del rilancio insieme alle varie parti sociali. Chiediamo alle istituzioni e al Governo nazionale e regionale di non lasciare soli i lavoratori, le loro famiglie e la nostra città, già duramente provata dalla crisi e dalla disoccupazione. Vogliamo esprimere la speranza che si possano ancora trovare soluzioni che abbiano come priorità il lavoro e le persone, che hanno contribuito negli anni allo sviluppo e al prestigio dell’Acciai speciali Terni, fabbrica all’avanguardia nella produzione di acciaio”.
Padre Piemontese ha ricordato la recente udienza con Papa Francesco per i 130 anni dell’acciaieria, riprendendo un passo significativo del discorso del Santo Padre agli ottomila ternani presenti in aula Paolo VI: “Che cosa possiamo dire di fronte al gravissimo problema della disoccupazione che interessa diversi Paesi europei? È la conseguenza di un sistema economico che non è più capace di creare lavoro, perché ha messo al centro un idolo che si chiama denaro! Pertanto, i diversi soggetti politici, sociali ed economici sono chiamati a favorire un’impostazione diversa, basata sulla giustizia e sulla solidarietà. Questa solidarietà umana che assicura a tutti la possibilità di svolgere un’attività lavorativa dignitosa”.
Infine un invito alla speranza, rinnovato con le parole del Papa: “Cari fratelli e sorelle, non smettete mai di sperare in un futuro migliore. Lottate per questo, lottate. Non lasciatevi intrappolare dal vortice del pessimismo, per favore! Se ciascuno farà la propria parte, se tutti metteranno sempre al centro la persona umana, non il denaro, con la sua dignità, se si consoliderà un atteggiamento di solidarietà e condivisione fraterna, ispirato al Vangelo, si potrà uscire dalla palude di una stagione economica e lavorativa faticosa e difficile”.