Nell’attuale crisi del mondo il terrorismo assorbe tutta l’attenzione e assolve il ruolo di punta emergente e tragica di tutti i mali, lasciando in ombra ogni altra situazione, anche disperata come quella del Darfur e dell’Africa in generale. È certo che se si potesse debellare il terrorismo sarebbero aperte strade per affrontare con maggiore serenità ed efficacia le gravi condizioni di sofferenza e di morte presenti in tante parti della terra. È purtroppo anche vero che le situazioni del disagio mondiale tengono in piedi, se non le ragioni, il clima passionale, i rancori e lo stato di acuta tensione che sostengono le disperate scelte di annientamento degli assassini suicidi. Si dice che ciò non sia vero perché i terroristi di Londra come altri di attentati precedenti erano integrati nella cultura e nella società occidentale. Si dimentica che nella storia vi sono stati ribelli e rivoluzionari, appartenenti al ceto borghese, che hanno usato mezzi violenti e teorizzato l’uso per motivi politici. È nota a tutti la famosa contrapposizione della marxiana ‘critica delle armi’ alla proudhoniana ‘arma della critica’. Senza presumere di fare dei concordismi, le buone condizioni di vita dei terroristi non impediscono di pensare che ad una così tragica violenza e sofferenza corrisponda una denuncia di situazioni tragiche dal punto di vista economico culturale e sociale, vissute con disperazione. Oltre a ciò, purtroppo, il terrorismo dimostra un potere distruttivo anche in coloro che lo subiscono e porta la divisione tra coloro che ricercano le cause e propongono i rimedi. Sta succedendo anche al Papa rimasto vittima di una polemica per non aver citato Israele tra le vittime del terrorismo. Non citato perché non ha fatto un elenco completo studiato a tavolino, ha gridato con forte intensità la condanna del terrorismo, e della violenza in modo generale e senza limiti. Oltre a questo gli è successo anche di venire accusato, con discrezione, ma chiaramente, di ingenuità quando ha detto che i terroristi sono gruppi di fanatici, che la religione islamica non c’entra, che in essa vi sono elementi positivi che permettono il dialogo e che le bombe non sono contro il cristianesimo, che il dialogo è possibile e lui intende portarlo avanti. Parole sagge e distensive tutt’altro che superficiali e approssimative. È un azzardo dare dell’ingenuo ad un uomo abituato a spaccare il capello in quattro come studioso. Tutti riconoscono che Ratzinger è uno dei più profondi intellettuali del mondo cristiano. Ratzinger, ora Papa, conosce il diverso peso che possono avere oggi le sue parole. Non si dimentichi che le crociate venivano bandite dai Papi. Una parola di Benedetto XVI vale mille volte di più, dal punto di vista ideale di tutte le dichiarazioni di Bush. Bush non ha titoli per fare una crociata. In nome di chi potrebbe dichiararla? E così neppure quei musulmani, fondamentalisti, fanatici, o come si vogliano chiamare e quantificare, che dichiarano di voler contrastare i ‘crociati’ e i sionisti e di voler fare un jihad per respingere una crociata, sono fuori campo, perché i crociati, parola di Papa, non esistono. Non è detto però che le parole del Papa costituiscano un’assoluzione generale della cultura religiosa musulmana da ogni responsabilità nella formazione dei terroristi. Essi, infatti, non si appellano alla necessità di ricorrere alla ‘critica delle armi’ per fare una rivoluzione, ma al loro libro sacro per conquistare il paradiso e per purificare il mondo dalla corruzione. Il problema della predicazione religiosa nelle moschee e dell’insegnamento nelle scuole coraniche esiste, evidentemente. Come vi sono anche, nella religione islamica, quei riferimenti cui ha fatto una rapida allusione il Papa che possono indurre i musulmani ad avere pensieri e opere di pace. Ne citiamo uno che riguarda ebrei e cristiani, che si trova nel Corano (29,46): ‘Non disputate con la gente del Libro altro che nel modo migliore, eccetto quelli di loro che sono iniqui e dite: Noi crediamo in quel che è stato rivelato a noi e in quel che è stato rivelato a voi e il nostro e il vostro Dio non sono che un Dio solo e a lui noi tutti ci diamo!’.
Terrorismo e altri mali
AUTORE:
Elio Bromuri