Terremoto. Si contano i danni

Il terremoto di martedì ha fatto danni. Feriti no, o meglio due feriti lievi, ma danni sì, che si stanno ancora verificando. Non è un sisma da grandi numeri ma è certo che molte persone non potranno rientrare nelle loro case rese inagibili e molte altre dovranno lavorare un po’ per risistemare le case in cui sono caduti intonaci, lampadari e si sono fatte crepe nei fondelli e così via. Domenica i centri colpiti dal sisma saranno visitati dal sottosegretario alla protezione civile, Guido Bertolaso, che verrà per verificare la situazione visto che, tra l’altro, la Regione dell’Umbria ha chiesto che per il Distretto sismico della Valle del Tevere sia dichiarato lo stato di emergenza “con riferimento in particolare anche ai danni privati ed ai costi notevoli per il ripristino delle condizioni di sicurezza per la viabilità e le persone”.

Bertolaso sarà accompagnato dalla presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti, che mercoledì pomeriggio si è recata nei centri colpiti dal sisma, accompagnata dal sindaco di Marsciano, Alfio Todini, incontrando i cittadini alloggiati in strutture alternative per rassicurarli circa lo straordinario impegno che Regione e Protezione civile stanno mettendo in atto per una rapidissima verifica dei danni agli edifici, e consentire così il rapido rientro nelle case che dovessero risultare non danneggiate. Sono inagibili almeno cinque scuole, molte chiese, alcuni negozi. Due i feriti lievi, circa 400 sfollati.

Il sisma di magnitudo 4.2, che ha colpito la zona martedì 15 alle 14.11, è il primo a memoria d’uomo con epicentro nella zona di Marsciano, ma ha colpito direttamente al cuore piccoli e piccolissimi borghi come Spina, San Biagio, Sant’Apollinare, Pieve Caina. Ci sono calcinacci in terra, tegole e coppi pericolanti. Fuori dalle case qualche decorazione natalizia e gli stendini con i panni ancora stesi. Sono circa 2.000 complessivamente gli abitanti delle frazioni interessate. Piccoli centri e, intorno case sparse e casolari. Diverse, nei cuori dei borghi feriti, le seconde case. La macchina dei soccorsi pubblici si é subito attivata. È stato allestito un dormitorio nell’ex discoteca Kiko, a Spina, con 150 posti letto.

Una cinquantina le persone che vi hanno trascorso la notte (altri posti letto sono nelle sedi delle pro loco di San Biagio e Pieve Caina). Ed erano sopratutto extracomunitari. Gli altri hanno trovato ospitalità da parenti o amici. Pochi, oggi, anche coloro che hanno approfittato del servizio catering per il pranzo nella stessa ex discoteca. È invece continua l’affluenza nel centro operativo di Spina di persone che fanno richiesta di sopralluogo.

AUTORE: Maria Rita Valli