Terni festeggia San Valentino

La memoria di San Valentino cade quest’anno in un momento particolarmente difficile per la città di Terni e il rapporto che c’è tra le acciaierie e la città non può che toccare anche il rapporto che la città ha con il suo patrono”. Nell’anno della grande crisi delle acciaierie, secondo il vescovo di Terni, la festa di San Valentino assume una valenza particolare, che stimola la città ad una riscoperta delle sue radici spirituali. “La tradizione del patrono – spiega monsignor Paglia – affonda le radici nelle profondità del cuore della vita di una comunità cittadina e indica il bisogno che non solo ogni persona, ma anche l’intera città ha di essere protetta. Oggi le vicende non liete della città hanno fatto riscoprire il senso di una protezione che dia speranza per il futuro”. Alla celebrazione del Pontificale del 14 febbraio porteranno la loro testimonianza anche alcuni dei 17 operai che si sono recati in pellegrinaggio a Roma. “Non sono andati da chi aveva le leve amministrative o politiche, sono andati dal vescovo di Roma, che aveva visitato questa acciaieria, perché in qualche modo facesse sentire la sua vicinanza e la sua voce” – sottolinea mons. Paglia – Un miracolo di san Valentino? “Certamente è un miracolo spirituale che ha dato i suoi frutti anche sul piano concreto. Essere il santo dell’amore significa essere il santo di una cultura di solidarietà di dedizione comune, di affetto, di rafforzamento dell’amicizia, che è stata dimostrata in questo frangente. Possiamo dire che la città ha come ritrovato un cuore che ha battuto all’unisono, a partire dalla parte ferita. E questo, a mio avviso, è una grande lezione di vita. La città ritrova sé stessa quando è capace di raccogliersi attorno a quella parte di sé stessa che vive con maggiore debolezza”. Se però da una parte la città deve lottare, come sta facendo, per salvaguardare i posti di lavoro e la produttività, allo stesso tempo il Vescovo sottolinea la necessità, per la città, di “pensarsi in maniera nuova”. “Questo momento deve spingere tutti a trovare nuove forme di sviluppo, nuove modalità di occupazione, nuove prospettive, nuova crescita sia industriale che culturale perché il futuro di Terni, se, per un verso, è legato alle acciaierie, per l’altro non può essere basato solo su di esse. Ecco perché questa drammatica vicenda, non ancora conclusa, deve spingere tutti a un’attitudine più creativa, più generosa e più audace per pensare il futuro della città”. Arnaldo CasaliFesta della Promessa. Mons. Paglia: “Questa festa ci rafforza nella solidarietà in questi giorni difficili”.E’ stato seguito in diretta, attraverso la radio, anche dalle 250 coppie di fidanzati presenti nella basilica di S.Valentino per la festa della promessa, il messaggio che il Papa Giovanni Paolo II alla recita dell’Angelus domenicale ha rivolto agli operai dell’Ast Thyssen Krupp, in piazza S.Pietro: “Saluto i lavoratori delle acciaierie di Terni, venuti in pellegrinaggio a piedi per richiamare l’attenzione sulla crisi occupazionale di quel grande complesso industriale. A Roma, oltre ai lavoratori dell’Ast e ai loro familiari, riconoscibili dai caratteristici elmetti azzurri della fabbrica ternana, erano presenti anche 40 coppie di fidanzati che si sono uniti al gruppo in segno di solidarietà, rinunciando, all’ultimo momento, a partecipare con gli altri alla loro festa, quella della promessa. Parlando ai futuri sposi mons. Paglia ha sottolineatola drammatica situazione che stanno vivendo le acciaierie: l’economia, il profitto, il benessere economico e materiale non possono e non devono essere al centro dell’attenzione e degli sforzi dell’uomo. “In momenti come questi si riscopre anche il valore della famiglia, – ha affermato il Vescovo – l’importanza di avere qualcuno con cui condividere anche i momenti più drammatici. Siamo qui insieme un po’ come in paradiso. E questa festa, che unisce tante persone, ci rafforza nella solidarietà in questi giorni non facili per tanti giovani e le loro famiglie. L’amore vero nasce e lo si riceve dall’alto, è il Vangelo, perché chi lo legge capisce che l’amore vero non è l’egoismo di pensare a sé, ma al contrario è nello stringere la mano dell’altro, nel pensare all’altro, è stare accanto e stendere la mano, aprire il cuore e accogliere”.

AUTORE: Elisabetta Lomoro