Le celebrazioni per la festa di san Francesco hanno visto la comunità diocesana numerosa recarsi pellegrina ad Assisi per la novena di san Francesco il 26 settembre. Alcune centinaia i pellegrini delle parrocchie di Terni, Narni e Amelia che hanno partecipato nella basilica di Santa Maria degli Angeli alla preghiera dei vespri e alla visita alla Porziuncola. Seconda tappa nella piazza inferiore della basilica di San Francesco, da dove si è snodata la processione verso la basilica per la celebrazione presieduta dal vescovo Ernesto Vecchi.
Oltre ai pellegrini ternani, tanti fedeli e rappresentanti dell’Amministrazione comunale di Assisi e altre associazioni laicali, nel giorno in cui è stato ricordato il 16° anniversario del sisma del 26 settembre 1997 che provocò quattro vittime.
“San Francesco, uno tra i doni più grandi che il Signore ha fatto all’Italia – ha esordito il vescovo Vecchi nella sua omelia -. Per questo, se vogliamo ridare smalto al nostro Paese, dobbiamo raccogliere la vera lezione di questo Santo, come ha fatto Papa Francesco, che ne ha assunto il nome per indicare la via della Chiesa nel XXI secolo.
Ma, su questo orizzonte, dobbiamo fare attenzione a non inquinare il messaggio di san Francesco. Tutti abbiamo bisogno di raccoglierne la lezione vera, quella che con chiarezza risuona dalle sue parole, dai suoi scritti, dalle antiche testimonianze. Non serve al bene del nostro Paese un francescanesimo di maniera, svigorito in un estetismo senza convinzioni esistenziali; omogeneizzato in modo che tutti lo possano assumere senza ripulse e senza drammi interiori, stemperato in una religiosità indistinta che non inquieti nessuno”.
E proprio gli insegnamenti san Francesco, sempre attuali sono stati ricordati dal Vescovo: “Il primo è l’accoglimento del Vangelo sine glossa, senza riduzioni, come norma fondamentale della vita. Questa è la persuasione primaria che fonda tutta l’esperienza francescana.
Il secondo insegnamento si riferisce alla Chiesa. Già nello straordinario colloquio che sta all’inizio dell’avventura spirituale di Francesco, il Crocifisso di San Damiano gli indica la Chiesa come l’oggetto della sua missione e delle sue cure: ‘Ripara la mia casa’. Da quel momento la Sposa di Cristo diventa la beneficiaria del suo amore appassionato e cortese, il fondamento di ogni sua fiducia.
Il terzo tema, che domina tutta la predicazione del Santo, è quello evangelico della conversione. Il totale capovolgimento di mentalità è in lui l’inizio di una straordinaria esistenza, tutta contrassegnata da una grande docilità alla grazia dello Spirito. E questa stessa radicale mutazione dell’animo e del comportamento egli propone anche agli altri come il principio irrinunciabile di ogni vero arricchimento interiore, frutto quell’integrale mutamento del cuore che porta l’uomo dall’incredulità alla fede in Cristo crocifisso e risorto, e dalla fede inerte alla piena coerenza evangelica della vita”.
Un insegnamento che ha molto da dire ai cristiani di oggi, ai sacerdoti e ai governanti nell’osservanza dei comandamenti di Dio “è la preoccupazione di non morire in peccato mortale, lasciando situazioni di obiettiva ingiustizia.
Ai sacerdoti ricorda più di ogni altra cosa il loro dovere di trattare con riverenza il ‘santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo’, in questi tempi contrassegnati da una disinvoltura liturgica che non aiuta affatto il popolo a crescere nella fede.
Ai reggitori dei popoli chiede di non dimenticare il Signore, poiché tutti quelli che dimenticano il Signore e si allontanano dalle Sue leggi saranno dimenticati da Lui”.
La visita del Papa: lettera ai giovani
In occasione della visita del Papa ad Assisi, il vescovo Ernesto Vecchi ha scritto una lettera a tutti i giovani della diocesi che prenderanno parte all’incontro nella piazza di Santa Maria degli Angeli. “Incontrare il successore di Pietro nella persona del Papa – scrive – è sempre un’importante occasione per essere confermati nella fede nel Signore, per sentirsi in comunione con tutta la Chiesa di Dio e oggi, in modo particolare, per pregare con lui per la Chiesa, per il nostro Paese, per la pace nel mondo intero. Anche io sarò con voi sulla piazza quando Francesco incontrerà tutti voi, ma non potrò salutarvi personalmente (certamente vi sentirò!). Vi esorto a portare con voi, a deporli ai piedi del Poverello di Assisi, tutti i vostri desideri e progetti di bene, le vostre speranze e anche le vostre difficoltà. Vi chiedo, però, di pregare anche per i vostri coetanei che non sono con voi, per diversi motivi: che tutti possano avere la gioia di incontrare il Signore Gesù, l’unico che dà senso e pienezza alla vita di ciascuno, l’unico che consola veramente, che dà speranza, che infonde coraggio, che stimola a compiere il bene; l’unico che può salvare! Vi voglio incontrare presto tutti mercoledì 23 ottobre alle ore 18 a Terni nel santuario di San Francesco, dove davanti alle reliquie di san Giovanni Bosco ringrazieremo Dio per il dono della vita e lo supplicheremo perché ognuno di noi possa trovare e seguire la strada che Lui ha pensato per ciascuno di noi”.