Tempo da prendere sul serio

Commento alla liturgia della Domenica a cura di mons. Giuseppe Chiaretti I Domenica di Quaresima - anno C

È impressionante il fatto che lo stesso Spirito “guidi” Gesù nel deserto per essere tentato dal Maligno. Potremmo quasi dire che la tentazione è nella logica di Dio: occorre mettere a prova la nostra fede-fedeltà- fiducia in Dio, ed anche verificare il rifiuto del Maligno con le sue suggestioni e tentazioni. C’è di mezzo il grande dono della libertà, nell’uso della quale ognuno gioca la sua vita e il suo futuro nel Regno. Dio rispetta la libertà che ci ha dato, anche se la usiamo a nostro danno. Per questo Gesù ci ha insegnato a pregare nel momento della prova: “Padre, non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal maligno” (Mt 6,13), e cioè non ci esporre alla tentazione del male e alla prova della fede, ma in esse sempre sostienici.

Le tentazioni ci sono, per tutti; per certi aspetti sembra che oggi abbiano una frequenza e una virulenza tutta particolare. E non meraviglia che sia così, visto il difficile contesto culturale e sociale di autosufficienza, di bramosia dell’avere e del potere, di arroganza e di lussuria in cui siamo immersi. Lo Spirito che presiede alla nostra vita di credenti – ci assicura Paolo – “non permetterà però che siamo tentati oltre le forze ma, insieme con la tentazione, ci darà anche il modo di uscirne per poterla sostenere” (1 Cor 10,13). Occorre operare, però, con precisi allenamenti spirituali, che la Chiesa torna ad offrirci nel tempo di Quaresima: è la consueta triade quaresimale di preghiera, digiuno, elemosina.

È da tenere presente che la preghiera non può ridursi a qualche orazioncella detta in fretta e furia, ma richiede una frequentazione assidua con la Parola di Dio e la contemplazione; che il digiuno non riguarda solo il cibo, ma anche aspetti goderecci della vita, sciupata assai spesso in modo dissennato; che l’elemosina non è un dare solo il superfluo, ma un aver compassione del bisognoso, calcolando il superfluo sul bisogno degli altri, per misurare su di esso il dono di sé e delle proprie cose. Per un credente questi sono percorsi normali della vita, e non solo quaresimali. Dovrebbero essere percorsi anche per la persona umana in quanto tale, se vuole già solo vivere appieno la sua umanità (i cosiddetti “valori”), per la quale occorre parimenti una ginnastica morale continua e sensata. Approfittiamo perciò del tempo di Quaresima per una revisione significativa della nostra vita.

Tale revisione ha uno scopo preciso, particolarmente urgente ai nostri giorni obnubilati da amnesie, rifiuti, emarginazioni anche vistose e argomentate del mistero di Dio, che ci permea e ci sovrasta. Dio non sembra essere più di casa nelle nostre case, quasi avessimo altre risposte sensate per la nostra ricerca di verità, la quale soltanto ci farà liberi. Ognuno è comunque libero anche di non credere; provi però prima a chiedersi, come hanno fatto tanti illustri pensatori: “Perché esiste il mondo con tutto quello che c’è, noi compresi, anziché il nulla?”. Le galline non si pongono questo interrogativo elementare, o altri simili, ma l’uomo se lo deve porre perché non è una gallina. La prima lettura, tratta dal Deuteronomio, è il grande atto di fede nel Dio liberatore del popolo ebraico in schiavitù: “Il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra oppressione, ci fece uscire con mano potente e con braccio teso” (26,7). E fu quella la prima Pasqua di liberazione dalla schiavitù politica, fondativa d’un popolo libero, della quale fare solenne memoriale ogni anno.

La seconda lettura, tratta dalla lettera di Paolo alla comunità cristiana di Roma, è il grande evento di liberazione attuato da Gesù, Figlio di Dio, e la sua Pasqua di ulteriore liberazione dalle esose schiavitù morali del male, fondativa di un nuovo popolo di figli di Dio. Di questa Pasqua occorre fare egualmente, ed anzi ancor di più, solenne memoriale ogni anno; anzi farlo anche ogni domenica e in ogni messa, tanto è determinante per il nostro bene plenario. Il tempo di Quaresima ci invita fortemente a chiederci: che cristiano sono? credo veramente che Gesù è il mio Salvatore? consento che sia Lui a salvarmi con la sua Parola e la sua grazia? La Quaresima è tempo di ripensamento sul significato e il valore che diamo alla nostra vita, e di conversione al bene e all’autentica libertà.

AUTORE: Giuseppe Chiaretti