Nella nuova sede di piazza Collicola si è svolto un Consiglio comunale informale, a cui hanno partecipato i massimi dirigenti della Asl 3, per discutere la situazione della sanità spoletina. Dall’intervento del dott. Macchitella sembra che non ci sia alcun problema, anzi tutto procede per il meglio: la testimonianza è data dal recupero, che si è avuto nei primi mesi del 2001, della mobilità interregionale; è stato anzi invertito il trend negativo e, come ha sottolineato il dott. Pacchiarini, si è registrato, nel corrente anno, un import per attività generali di 1.002 unità, contro le 827 del 2000. E’ migliorata la performance ospedaliera. Innanzi tutto si è registrata una notevole diminuzione dei ricoveri, naturalmente di quelli “impropri”: si è scesi dai 6.900 del 1999, ai 6.700 del 2000, identica la previsione per il 2001, mentre in Umbria sono 230 ogni 1.000 abitanti, a Spoleto sono 200; i tempi di degenza media sono i più bassi della regione. L’attività chirurgica per il 60%, è svolta in day surgery; è stata attuata la formula del “week hospital”, alcuni reparti chiudono il sabato e la domenica e il personale viene impiegato per migliorare la qualità degli altri servizi. Tutto questo non per seguire la filosofia del risparmio ad ogni costo, ma solo per razionalizzare l’utilizzo delle risorse. E’ stata contenuta al massimo anche la spesa farmaceutica grazie ad una maggiore educazione sanitaria e ad un diverso rapporto con i medici di base. I risparmi hanno consentito infatti di poter dare ai pazienti dimessi le medicine di cui hanno bisogno e anche di attuare le dimissioni protette con continuità di assistenza medico-infermieristica a domicilio. Tra il 2000 e il 2001 sono stati effettuati investimenti per 30 miliardi, con un impegno di spesa per 5-8 anni per il noleggio o il leasing di apparecchiature in modo da rinnovare un parco macchine oramai obsoleto. Nel 2002 sarà redatto il nuovo Piano sanitario regionale che, ovviamente, dovrà recepire le diverse modalità di approccio al problema salute. Le funzioni ospedaliere saranno sicuramente ridimensionate: per esempio in Canada, in cui il sistema sanitario è simile a quello italiano, il rapporto dei posti letto per abitante è pari al 2%o, in Italia siamo intorno al 5,5%o e dobbiamo arrivare al 4%o. Sarà quindi necessario attivare una vera e propria rete tra ospedali con bacini di utenza aperti. Ogni presidio sanitario dovrà avere una propria missione in funzione ai bisogni del territorio: Foligno dovrà specializzarsi nella riabilitazione, Spoleto nell’attività oncologica, già oggi il 30% della chirurgia è oncologica e, grazie alle fondazioni delle banche locali, è stato deliberato l’acquisto di chirurgia robotica. Il dott. Macchitella ha anche fugato ogni dubbio sul fatto che la probabile nascita del centro oncologico Veronesi non depotenzierà le necessità dell’emergenza del nosocomio spoletino. Ha altresì affermato che non è importante il soggetto che gestirà il Centro, se pubblico o privato: il vero problema della sanità non è di carattere gestionale ma il rapporto universalistico, cioè le strutture aperte a tutti, che non deve essere intaccato. Già oggi in Umbria esistono numerose strutture private estremamente valide che riescono a portare nella nostra regione utenza per 25 miliardi annui.
Tempi di degenza media tra i più bassi della regione
In Consiglio comunale si discute di sanità
AUTORE:
Pina Silvestri