Suor Piera, la cantautrice di Dio

La musa ispiratrice è la Parola di Dio. 'Attravero le mie canzoni vorrei che i giovani capissero che Dio è gioia'

Una voce che arriva al cuore: delicata, ma che all’improvviso si innalza a farti vibrare di emozione. E le parole: un inno di lode a Dio, alle sue opere, perché la musa ispiratrice di suor Piera è la Parola di Dio, la Bibbia, come tiene a precisare. Ed è con la Parola di Dio che incanta i giovani, e non solo loro, quando al microfono, con o senza la sua chitarra, inizia a cantare. È stata ospite a settembre nella parrocchia di Ponte San Giovanni, in occasione di un incontro musicale realizzato per i 40 anni della chiesa di San Bartolomeo. Un incontro che è stato anche preghiera, insegnamento. Suor Piera, delle suore di Gesù Buon Pastore (Pastorelle), ci racconta con emozione della sua vocazione ‘musicale’, ‘avvenuta quasi contemporaneamente a quella religiosa’, anche se in realtà ‘ racconta – la passione per la musica ce l’avevo già: ‘a mia madre piaceva molto cantare’. Ricorda i pomeriggi, dopo la scuola, ‘lavoravo in un negozio di strumenti musicali e lì ho cominciato a imparare a suonare la chitarra, da autodidatta. Con un gruppo della scuola abbiamo messo su un complessino musicale di ragazze: io cantavo’. E la scelta di diventare suora? ‘È maturata leggendo la Parola di Dio. Era come se Dio avesse scritto quelle parole per me, tanto mi coinvolgevano. Una consapevolezza che mi ha affascinato: lo ricordo ancora, avevo 16 anni, ero seduta ai piedi del letto e davanti a me c’era lo specchio, mi sono subito vista bellissima, piena di gioia, ed ho detto al Signore che avrei voluto amarlo così e avrei voluto vivere perché ogni uomo potesse scoprire la gioia di sapersi amato così’. Poi la decisione di entrare nelle Pastorelle ‘Sì, ho capito che quella era la mia casa, che sarei stata bene. La scelta però è avvenuta per caso, incontrando durante la preghiera in chiesa una suora delle Pastorelle. Ero molto indecisa sulla scelta. Con loro poi ho cominciato a cantare ancora di più: avevo passione e volevo comunicare l’amore di Dio attraverso il canto’.Quando ha ‘scritto’ la prima canzone? ‘Mentre mi preparavo per i voti perpetui: mi ricordo di un giorno quando tornando a Roma da Albano, appoggiando la testa vicino al finestrino del pullman, la Parola di Dio (era un brano di Isaia) è risuonata dentro di me musicata. Sono rimasta stupita e tornando a casa ho raccontato quello che mi era successo. E da lì ho cominciato a scrivere una canzone, e poi ne sono venute altre. Nel 1984 i miei superiori mi chiesero di realizzare una raccolta per celebrare i cento anni dalla nascita del nostro fondatore: insieme ad una mia consorella, che conosce la musica, pubblicai ‘Canto la tua fedeltà’. E poi la scelta di ‘lavorare’ con i giovani’Quando mi sono accorta che la musica era un veicolo importante per raggiungere i giovani, che in questo modo il messaggio arrivava più facilmente, mi sono impegnata a scegliere dei testi biblici belli, che potessero trasmettere quella gioia che viene da Dio. Cerco sempre dei testi che abbiano un significato: se un brano mi colpisce lo imparo a memoria. Soprattutto quando sono in giro, me lo ripeto, mi consola, mi sostiene, mi dà forza. Mi piacciono molto anche Tagore, Gibran, i brani dei Padri, come ad esempio Sant’Agostino. Cerco sempre che siano dei testi belli. So che chi è alla ricerca soprattutto vocazionale, è stato molto aiutato dalle mie canzoni: spesso sono diventate uno strumento non solo di preghiera ma di riflessione, di approfondimento sul tema vocazionale. Molti giovani che incontro nei convegni mi dicono che la loro vocazione è stata sostenuta dalle mie canzoni. Forse non è un genere che tutti i giovani riescono ad apprezzare, ma per me è importante che sia prima la Parola che la musica ad arrivare a loro’. Per questo ha scelto di non fare concerti in piazza? ‘Si certo, e poi io li chiamo incontri di preghiera. Perché queste canzoni nascono in un clima di preghiera, e in luoghi aperti la gente è troppo distratta’. Quale messaggio vorrebbe che arrivasse ai giovani? ‘Vorrei che venisse fuori la gioia che il Signore mi ha regalato. Spesso per paura di Dio che ci chiede delle cose strane, allora si fa il fai da te, ma se si sbaglia la strada ci si rende infelici e si rende infelici. Vorrei invece che i giovani capissero che Dio è gioia, che si fida di noi e vuole aver bisogno di noi. E che la gioia di una persona è trovare il posto giusto’. Suor Piera Cori è nata a Roma. Oltre alla sua attività ordinaria di animatrice pastorale in parrocchia, (a Rieti) dedica il suo tempo all’animazione vocazionale giovanile a livello nazionale, ai ritiri spirituali per giovani, oltre che ad un’intensa collaborazione col Centro nazionale vocazioni e con l’Usmi. Ha dato concerti a livello nazionale, sia in Italia che all’estero ed ha partecipato a varie rassegne canore. È stata ospite in trasmissioni televisive e radiofoniche; ha cantato per Papa Giovanni Paolo II in occasione della Visita ad limina dei vescovi dell’Uruguay. Dalla fondazione, fa parte dell’Associazione nazionale dei cantautori di Dio ‘ Il mio Dio canta giovane. Tra le sue numerose esperienze, ricordiamo il Meeting dei giovani a Loreto (1995), il Meeting dei giovani a Pompei (1998), il Grande meeting giovani 2000 al teatro Ariston di Sanremo (1999) e, unica cantante solista, al Giubileo della Vita consacrata che si è svolto nell’Aula Paolo VI in Vaticano (2000).

AUTORE: Manuela Acito