La visita di Papa Benedetto XVI all’ostello Caritas nei pressi della stazione Termini di Roma, domenica scorsa, ha raggiunto una tale carica di intensità da commuovere profondamente: l’umanità del Papa è apparsa viva nell’atteggiamento di umiltà affettuosa; la festa spontanea dei “senza dimora” onorati di avere un tanto ospite a mensa con loro; la riconoscenza espressa nel dono semplice quanto carico di significato: il crocifisso restaurato della chiesa terremotata di Onna che Giovanna, una di loro, ha accompagnato con accenti sublimi di amore e di augurio. “Su quella croce, spezzata dal terremoto – ha detto Giovanna -, c’è il dolore di noi che abitiamo l’Ostello, della gente di Abruzzo, dei piccoli di Haiti, lo straziante martirio dei padri e delle madri che nella morte dei loro figli rinnovano ogni volta il dolore di Maria… La croce che Le doniamo restaurata non è, quindi, l’immagine della sofferenza ma l’attesa dell’alba e del riscatto… Le vogliamo dire di resistere alle fatiche del mondo. Noi pregheremo per lei affinché Dio le dia la forza di essere sereno e forte e pieno di speranza come lo siamo noi”. Il saluto della portavoce dei “senza fissa dimora” non poteva non finire che nell’abbraccio affettuoso di Papa Benedetto, con gli occhi lucidi per la commozione, e con esso ha inteso abbracciare tutti i compagni di Giovanna ed esaltare la loro umile ma nobile dignità. Quella dignità di ogni persona umana “nel naturale sviluppo e negli stadi di maggiore debolezza” che il Papa aveva difeso il giorno precedente nell’udienza all’assemblea generale della Pontificia accademia per la vita, contro l’arbitrio del più forte, sia esso stato o individuo, come soggetto inalienabile di diritto. Il gesto del Papa non è un gesto solitario. Tutti i vescovi in Italia, compresi i vescovi dell’Umbria, lo stanno ripetendo e non come gesto semplicemente simbolico ma come espressione reale da parte della Chiesa della vicinanza quotidiana ai fratelli più poveri e abbandonati nella situazione di sempre più grande povertà che affligge il Paese. Le otto Chiese sorelle dell’Umbria pensano di potenziare per la prossima Pasqua il Fondo di solidarietà già costituito particolarmente per le famiglie in sofferenza per la perdita di lavoro. “Il cristiano – ha detto Benedetto XVI a conclusione del Messaggio per la Quaresima 2010 – è spinto a contribuire a formare società giuste, dove tutti ricevono il necessario per vivere secondo la propria dignità di uomini e dove la giustizia è vivificata dall’amore”.
Su quella croce spezzata..
AUTORE:
Pietro Bottaccioli