Scende di ben sette posti la provincia di Perugia, dal 48’al 55’posto, nella classifica nazionale per dotazione di infrastrutture. Dal 2000 al 2007, infatti, secondo la rilevazione dell’istituto ‘Tagliacarne’, particolarmente negativo è il distacco della provincia di Perugia riguardo alla rete stradale sia a livello nazionale (40 punti in meno), sia rispetto al centro Italia (38 punti in meno). ‘Su questo versante – dichiara il presidente della Camera di commercio di Perugia, Alviero Moretti – abbiamo compiuto un’operazione di grande significato, aumentando del 20 per cento il diritto annuale pagato dalle nostre imprese per destinarlo interamente alla realizzazione di opere di vitale importanza per il nostro territorio, quali il Quadrilatero Umbria-Marche e l’aeroporto regionale’. Il livello di competitività e attrattività di un territorio – sia per le famiglie, sia per le imprese – è dato dalla dotazione di infrastrutture economiche e sociali presenti. Un tempo l’infrastruttura era un’opera con una caratteristica ben precisa: aveva natura ‘pubblica’. Dall’inizio degli anni 2000 non è più così. L’istituto ‘Guglielmo Tagliacarne’, promotore della cultura economica, per descrivere le infrastrutture umbre ha selezionato le seguenti categorie di riferimento: la rete stradale e ferroviaria, gli aeroporti, gli impianti e le reti energetico-ambientali, la copertura di servizi a banda larga, le reti bancarie, le strutture culturali, ricreative, scolastiche e sanitarie. L’istituto romano definisce le ultime quattro categorie infrastrutture ‘sociali’. A che punto è l’Umbria? Il recente focus del ‘Tagliacarne’, presentato alla Camera di commercio di Perugia, fa un interessante confronto fra le dotazioni infrastrutturali dell’Umbria del 2000 e quelle del 2007. I dati sono essenzialmente di tipo quantitativo. Alcuni risultati sorprendono. Infatti gli indici infrastrutturali, se paragonati allo scenario nazionale (Italia: base 100), raccontano che la rete stradale umbra è nettamente peggiorata (l’indice del 2000 era 99,1 quello del 2007 è dell’82,3), registrando un vero e proprio ‘crollo’ in provincia di Perugia (dall’82,6 al 59,5). Migliorata invece la rete ferroviaria e gli aeroporti. Anche le infrastrutture sociali hanno subito una flessione. Solo quelle scolastiche sono aumentate, ma non in provincia di Perugia dove hanno ‘segnato il passo’ (97 nel 2000 e 84,9 nel 2007; Terni è invece passata dal 58,4 al 103,6). Penalizzate anche le altre infrastrutture sociali, ricreative e sanitarie. Proprio su queste ultime, il confronto qualità/quantità che riguarda la provincia di Perugia evidenzia una sottodotazione qualitativa per le strutture sanitarie, rispetto alle quali è bassa la disponibilità di alcune tipologie di apparecchiature (quali: gamma camere computerizzate, contaglobuli automatici differenziali, apparecchi portatili per radioscopia) e tavoli operatori. Competitività: calo annunciatoPiù in generale, cosa significa tutto questo? ‘Significa che l’Umbria, rispetto al sistema infrastrutturale italiano, ha rallentato o, in diversi casi, si è fermata – afferma il responsabile Analisi e indagini statistiche del ‘Tagliacarne’, Alessandro Rinaldi. – Ciò è avvenuto mentre altre regioni e province italiane sono cresciute. Prendiamo il caso dell’università: atenei di altre regioni hanno accresciuto il numero dei loro corsi, offrendo una scelta migliore e più completa allo studente. Invece l’Università degli studi di Perugia, rispetto a quello che si è mosso altrove, appare praticamente ferma alla ‘solita’ offerta’. Anche i servizi alle imprese e quelli bancari rallentano rispetto al 2000. Probabilmente ciò è soprattutto legato ad una loro concentrazione in determinate aree della regione. ‘E poiché la diffusione sul territorio di uno o più servizi infrastrutturali non è omogenea – conclude Rinaldi – è lecito pronosticare per l’Umbria un’ulteriore futura perdita di competitività’.
Strade, atenei, sanità a passo di lumaca
Infrastrutture: un recente focus fotografa il 'crollo' dell'Umbria rispetto al 2000
AUTORE:
Paolo Giovannelli