Le incertezze sulla piena vigenza dello Statuto regionale sono finalmente sciolte. La Corte Costituzionale il 28 dicembre scorso con le sentenze n. 469 e 479 pone fine alle vicende giudiziarie. Il Governo e i promotori del referendum sullo statuto regionale si erano rivolti alla Corte per chiedere un giudizio sulla legittimità costituzionale delle procedure seguite per la promulgazione dello statuto stesso dopo che la Corte con la sentenza del 6 dicembre 2004 (n. 378) ne aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale relativamente all’articolo 66. Veniva contestata la legittimità della promulgazione avvenuta il 18 aprile 2005 senza una seconda doppia deliberazione da parte del Consiglio e per di più senza attendere la proclamazione degli eletti del nuovo consiglio regionale avvenuta due giorni dopo. Insomma alla Consulta si chiedeva di intervenire su questioni procedurali mentre la Giunta regionale definifa la scelta del Governo ‘grottesco e ingiustificato accanimento’ ‘ora dichiarato anche illegittimo dalla Corte’. Se avessero ragione il Governo e i promotori del referendum o piuttosto la Giunta regionale, non è dato sapere. La Corte, infatti, dichiarando ‘inammissibili’ i ricorsi presentati non è entrata nel merito della vicenda. Riguardo al Governo perchè ha presentato ricorso fuori tempo, riguardo ai promotori del referendum perchè non avevano titolo per ricorrere alla Corte. La sentenza della Consulta dunque non scioglie il nodo politico del valore dello Statuto quale ‘Carta fondamentale’ per tutti gli umbri. I numeri con cui è stato approvato, al disotto della reale maggioranza dei componenti del Consiglio, e alcuni articoli da riformulare (nell’agenda politica di maggioranza e opposizione) riportano in questa legislatura il compito politico di ritrovare massima convergenza sul testo. Ada Girolamini, capogruppo dello Sdi, Presidente della Commissione che deve dare attuazione allo Statuto umbro si è detta particolarmente soddisfatta ‘di poter riprendere il lavoro già iniziato in questi mesi, senza avere spade di Damocle sulla testa’. ‘In particolare – ha aggiunto – in questo periodo sono state gettate le basi per giungere rapidamente all’approvazione del nuovo Regolamento interno del Consiglio: lo snodo di tutta l’attività istituzionale della massima assemblea elettiva umbra e la cui bozza è in mano ai commissari’. Il programma della Commissione oltre al Regolamento ‘comprende la revisione legislativa degli istituti di partecipazione, la nuova legge sul Consiglio delle Autonomie locali, la disciplina del Centro per le Pari opportunità, la stesura dei testi unici’. Il capogruppo Cdl per l’Umbria Pietro Laffranco, soddisfatto per la conclusione delle questioni di legittimità, ha chiesto che ‘nel più breve tempo possibile il Consiglio regionale metta mano a quelle modifiche che tante forze politiche ritengono (o forse dichiarano di ritenere) necessarie’. Per il capogruppo della Cdl ‘devono essere apportati alcuni significativi cambiamenti: un vero richiamo ai valori cristiani, francescani e benedettini, un più forte ruolo dell’impresa, una concezione più tradizionale della famiglia, una verifica sul ruolo degli assessori esterni’. ‘A più riprese ‘ ricorda Laffranco – autorevoli esponenti della sinistra, in primis il Presidente della Regione, hanno sostenuto l’opportunità di alcune di queste modifiche, in particolare di quelle di particolare interesse per il mondo cattolico e per quello imprenditoriale, ora si deve procedere’.
Statuto regionale ora si riparte
Risolte le questioni di legittimità costituzionale. Soddisfazione in Regione. Ora la Commissione presieduta da Girolamini passa alla applicazione e revisione
AUTORE:
Maria Rita Valli